PALERMO – Le elezioni del sindaco di Palermo e quelle del presidente della Regione restano al centro dell’agenda politica siciliana. Manca ormai poco tempo per mettere insieme idee e strategia. Tutti i partiti sono già al lavoro per contendersi la poltrona di governatore oltreché quella di primo cittadino del capoluogo.
Il centrodestra tenta di mantenere un equilibrio che però, nonostante gli sforzi resta instabile. L’ultimo equivoco è nato dall’esclusione di Totò Cuffaro dal vertice di centrodestra che era stato fissato per ieri pomeriggio a Palazzo dei Normanni, con il coordinatore di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè che avrebbe fatto gli onori di casa, essendo presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Riunione che poi è slittata a lunedì 8 novembre e questa volta si terrà nella sede della Lega a Palermo, in via Nicolò Garzilli. Ma anche se per modificare la lista degli invitati al vertice c’è tempo fino a lunedì, non si è fatta attendere la reazione di chi a quella riunione non era stato invitato. “Apprendo da una giornalista, cosa molto irrituale, che la Dc non è invitata alla riunione del cdx – ha scritto stizzito sui social l’ex governatore -. Il nostro è un partito umile ed educato, non va dove non è invitato. Amiamo la riflessione, ma non abbiamo la vocazione alla clausura. Troveremo altra compagnia con cui incontrarci”.
Cercano di recuperare lo strappo i rappresentanti della Lega in Sicilia: “Siamo stupiti dalle parole di quanti, prima ancora di dire cosa vogliono fare per Palermo e la Sicilia, cominciano a mettere paletti rispetto a coloro con cui vogliono farlo e al perimetro entro cui farlo – hanno detto in una nota congiunta i deputati Caronia, Pullara, Sammartino e Cafeo insieme con la deputata europea Annalisa Tardino e il capogruppo al Consiglio comunale di Palermo Igor Gelarda -. Siamo certi si sia trattato di un disguido. Diversamente, per parte nostra non possiamo che essere in disaccordo rispetto a tale scelta, perché, come ricordato da Matteo Salvini, il nostro punto di partenza e riferimento è il centro destra insieme a tutti i partiti e movimenti che ai suoi princìpi si ispirano. Siamo certi che si porrà rimedio a questo che speriamo sia solo un disguido, confermando la scelta di un centrodestra inclusivo”.
La Lega insiste che prima di fare nomi bisogna parlare di programmi. “Saranno questi a determinare le aggregazioni per le prossime elezioni e non appunto i tentativi di creare o innalzare steccati”. Il Cantiere Popolare si schiera con Cuffaro: “L’unico centrodestra nel quale possiamo riconoscerci non può che essere inclusivo”, ha detto Massimo Dell’Utri, coordinatore regionale di Cantiere Popolare-Noi con l’Italia. Voci di corridoio attribuiscono la responsabilità dell’esclusione ai mal di pancia dei componenti dell’Udc e di coloro che aderivano all’ex Mpa, ma la rinata Dc ha dimostrato alle ultime consultazioni amministrative di essere in grado di raccogliere una buona dose di consensi che potrebbero essere utili per superare alle elezioni del 2022 la compagine del centrosinistra.
L’aggettivo “rinata” è d’obbligo perché, proprio qualche mese fa, Cuffaro è stato diffidato dal “Partito storico della Democrazia Cristiana” per l’uso del nome della lista e del logo con lo scudo crociato. Una diffida che trae origine da una sentenza delle Sezioni unite della Corte di Cassazione (sentenza 25999/10) secondo cui la Democrazia Cristiana è da riconoscersi unicamente con l’originaria struttura identificata negli iscritti del 1993 e oggi facenti riferimento al Segretario Nazionale Franco De Simoni.