Mentre salgono in tutta Italia i contagi da Coronavirus, ecco che all’orizzonte si profila un’altra allerta variante di Omicron. Si chiama BQ 1.1, ma è già popolare come variante “Cerberus”.
L’allarme è partito il 3 ottobre con un tweet del ricercatore Cornelius Roemer, esperto di bioinformatica dell’università svizzera di Basilea. Lo studioso ha scritto che “sta diventando abbastanza chiaro che BQ.1.1 guiderà un’ondata in Europa e Nord America prima della fine di novembre”. La sua presenza, in rapporto a quella delle varianti già presenti, “ha continuato a più che raddoppiare ogni settimana” e nell’arco di 19 giorni le sequenze depositate nelle banche internazionali che raccolgono le sequenze genetiche è aumentata “8 volte, da 5 sequenze a 200 sequenze 1”.
Invita alla calma, l’immunologo dell’università Statale di Milano, Sergio Abrignani, che ha spiegato all’Adnkronos Salute: “Se guardiamo a quello che è successo finora, è probabile che arriverà un’altra variante. Ormai Sars-CoV-2 lo conosciamo da quasi 3 anni. E abbiamo imparato che dopo un tempo variabile da 4 a 8 mesi ha generato una nuova variante di preoccupazione. Quindi è plausibile che succeda di nuovo così”.
Una di quelle ritenute “BQ.1.1, soprannominata Cerberus, sembra quella più quotata” sulla carta. “Ma anche di altre si è detto, per esempio della variante Beta o della Gamma, e non hanno invece avuto quel vantaggio competitivo” rispetto alla ‘collega’ dominante, “e quindi sono rimaste a una quota bassa”.
Cerberus, prosegue l’esperto nella sua analisi, “secondo chi segue l’evoluzione di Sars-CoV-2 sembrerebbe avere qualcosa che può portare a predire un potenziale per prevalere, ma sono sempre lavori in previsione. Aspettiamo e vediamo“.