Il cannocchiale

Purché sia intelligenza

Tra gli avvenimenti di rilievo dell’anno va sicuramente annoverata l’apertura al grande pubblico dell’intelligenza artificiale (AI) attraverso uno strumento aperto e gratuito, Chat GPT. Lanciato il 3 novembre 2022, in due mesi ha raggiunto i cento milioni di utenti, diffondendosi rapidamente anche in Italia.

Proprio il Garante per la Privacy italiano è intervenuto per bloccarne l’utilizzo, considerando che attuasse una raccolta illecita di dati personali e rilevando l’assenza di sistemi per la verifica dell’età dei minori. La misura è stata accolta con molte critiche, ma è stata poi emulata anche da altri paesi, e il produttore si è detto pronto fornire spiegazioni e introdurre modifiche per rispettare la normativa vigente. La rapidissima diffusione e la capacità dei più giovani di utilizzare le nuove tecnologie ha portato subito l’utilizzo di Chat GPT nelle scuole, gli studenti hanno cominciato ad usarlo per fare i compiti, mentre nell’ambiente di lavoro è servito per cercare soluzioni a problemi complessi. Da tutto ciò si intravede una nuova evoluzione, con l’acquisizione di nuove competenze e la perdita di altre.

Abbiamo smesso di fare i conti a mente, ricordarci i numeri di telefono, scrivere a mano, smetteremo anche di pensare? Oltre alla privacy la vera sfida è proprio lo sviluppo di una delle competenze digitali, la capacità di selezionare le notizie e le fonti, per cui è necessario saper essere critici.

Se usata bene l’intelligenza artificiale può essere un eccezionale amplificatore di quella umana, diventerà il modo per rendere più fruibili e selezionabili le infinite informazioni disponibili, e il risultato sarà un miglioramento del livello culturale complessivo. In caso contrario spegnerà i cervelli e ci ritroveremo a bere qualunque stupidaggine venga messa in rete. Resta il rischio di un’eccessiva esposizione delle informazioni personali delle quali, una volta diffuse si perde il controllo. Non è un’opinione, è ciò risponde a questa domanda Chat GPT.