PALERMO – Con il via libera del 17 gennaio, del Consiglio dei Ministri, si avvicina sempre più il nuovo regolamento sull’allargamento del Registro delle opposizioni anche ai numeri di telefonia mobile.
Finora, infatti, la possibilità di rifiutare le chiamate indesiderate era riservata ai telefoni fissi. I tempi, tuttavia, sono incerti: l’iter, infatti, prevede anche una consultazione tra il governo, gli operatori telefonici e le associazioni dei consumatori.
L’ampliamento potrebbe arrivare entro la fine del 2020 e le aziende di telemarketing dovranno prima consultare il registro delle opposizioni e controllare che l’utente abbia effettivamente dato il consenso a ricevere chiamate dai call center.
L’accesso al database è regolato con una tariffa annuale da pagare al ministro dello Sviluppo Economico o al singolo gestore telefonico.
Già da tempo si avvertiva l’esigenza di trovare un equilibrio tra le ragioni dei cittadini, che non possono essere tempestati di chiamate, e la necessità di salvaguardare i posti di lavoro nei call center e la soluzione che è stata trovata si è concretizzata nel ‘Registro Pubblico delle Opposizioni’: si tratta di un servizio a tutela del cittadino che decide di non voler più ricevere telefonate per scopi commerciale.
Chi decide di iscriversi revoca in automatico tutti i consensi precedentemente espressi, con qualsiasi forma o mezzo e a qualsiasi soggetto, che autorizzano il trattamento delle proprie numerazioni telefoniche effettuato mediante operatore con l’impiego del telefono per fini di pubblicità o di vendita, o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.
Resta ferma la possibilità di limitare l’opposizione, autorizzando di fatto determinate società a contattarci per le normali procedure commerciali. Il regolamento in discussione interviene su una materia già da tempo normata da altri due provvedimenti: il primo del 2010 che riguardava solo le linee fisse contenute negli elenchi e il secondo del 2018 che allargava l’ambito anche alla «posta cartacea».
Stando alla bozza entrata in Consiglio dei ministri, l’articolo 2 del nuovo regolamento, invece, si riferisce esplicitamente «al trattamento di tutte le numerazioni telefoniche nazionali fisse e mobili» che vengono contattate per inviare «materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale».
In tal modo, tutti coloro che hanno autorizzato la cessione a terzi il proprio numero di telefono per finalità di marketing potranno iscriversi al registro, on line o telefonicamente, e, con un semplice tratto di penna, «resettare» la propria posizione annullando il consenso precedentemente accordato.
Attualmente il registro delle opposizioni è gestito dalla Fondazione Bordoni, che ha ricevuto l’incarico dal ministero dello Sviluppo economico: il ministero potrà di nuovo rivolgersi a terzi, ma solo dopo una consultazione con operatori e associazioni dei consumatori.
In ogni caso il tutto dovrà partire il primo dicembre di quest’anno. E proprio la lunghezza dei tempi necessari allarma l’Unione nazionale dei consumatori, che avverte: «Gli italiani sono stufi di telefonate indesiderate e attivazioni di servizi non richiesti. La condanna del Garante della Privacy attesta l’urgenza del problema».