Cronaca

Cimitero di Siracusa, vendevano finte concessioni per l’uso delle cappelle: arrestato il direttore

Un “terremoto” si è abbattuto nella città di Siracusa, che ha fatto sbalzare dalla sedia il Sindaco e l’amministrazione aretusea. L’epicentro, il cimitero, dove è stato scoperto un sistema di tangenti che permetteva finte concessioni per l’utilizzo di cappelle cimiteriali.

Arrestato il direttore e un operaio del cimitero

Nei guai sono finiti il direttore del cimitero comunale, Fabio Morabito e per un operaio Marco Fazzino, entrambi posti agli arresti domiciliari. Sono accusati, in concorso tra loro, di induzione indebita, abuso d’ufficio, falsità documentale e sottrazione di cadavere, il tutto al fine di trarre un ingiusto profitto quantificato in oltre 60.000 euro.

Iscritti nel registro degli indagati 11 persone

I provvedimenti, eseguiti dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa, al comando del dirigente Gabriele Presti, sono stati richiesti dalla Procura di Siracusa. Nel registro degli indagati ci sono nel complesso 11 persone, compresi i due arrestati.

Come è stato scoperto il sistema di tangenti al cimitero

La vicenda

A fare scattare le indagini è stata la denuncia presentata da una delle vittime, che, vivendo ormai lontana e rientrata a Siracusa durante le festività natalizie del 2019/2020, si era accorta che la cappella di famiglia del cimitero comunale, in cui erano state tumulate le salme dei propri congiunti, era ormai occupata da altri defunti.

L’attività di indagine ha svelato come i due indagati, abusando della propria, avessero indotto i privati, spinti dal bisogno e dall’urgenza di dare sepoltura ai loro cari, a versare somme di denaro per eludere le ‘lungaggini’ delle procedure di evidenza pubblica, finalizzate all’assegnazione legale dei loculi e delle cappelle.

Le sepolture abbandonate riutilizzate dietro pagamento di somme di denaro

“La costante presenza degli indagati all’interno del cimitero – spiegano gli investigatori – consentiva loro di ‘intercettare’ i bisogni e le difficoltà dei privati, prima ancora che si muovessero, secondo i canali istituzionali, per ottenere l’assegnazione di un posto per i loro defunti”.

Il direttore del cimitero e l’operaio, aggirando le procedure di evidenza pubblica, avrebbero intascato il denaro necessario all’assegnazione dei posti, rilasciando ai privati falsi titoli concessori.

Inoltre, conoscendo i “meccanismi” di assegnazione pubblica dei loculi e sfruttando illegalmente gli strumenti giuridici della ‘decadenza’ del possesso dei loculi in stato di abbandono, avrebbero estumulato, in concorso con altri quattro impiegati comunali, i cadaveri per fare posto ai nuovi defunti, a fronte di esosi pagamenti da parte dei familiari.

In una prima fase dell’indagine, si era ipotizzato che i “nuovi assegnatari” fossero stati truffati dagli indagati e indotti a versare del danaro mediante raggiri sulla correttezza della procedura da seguire. Tuttavia, dalle complesse e articolate attività investigative è emerso che i nuovi beneficiari avevano “cooperato”, in un certo senso, alla assegnazione irregolare delle cappelle e come tali sono risultati destinatari di avviso di conclusione indagini.

Al termine delle indagini il gip ha disposto i provvedimenti restrittivi e il sequestro preventivo di 60mila euro. Gli agenti della Squadra mobile stamani al momento delle operazioni hanno rinvenuto e sequestrato agli indagati oltre 35mila euro in contanti.

Il sindaco Italia: “Sbigottiti, fare presto chiarezza”

“Gli sviluppi giudiziari sul cimitero ci lasciano sbigottiti ma, allo stesso tempo, determinati nel chiedere che si faccia luce nel più breve tempo possibile. Auspichiamo che gli accertamenti in corso dissolvano ogni altro sospetto su una vicenda che colpisce la sensibilità di tante famiglie siracusane. Siamo pronti ad adottare le necessarie iniziative e a fornire ogni supporto ai magistrati e agli investigatori, sui quali riponiamo piena fiducia”. Così il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, commenta la notizia dell’arresto di due persone, tra cui il direttore dei servizi cimiteriali comunali, e l’iscrizione nel registro degli indagati di altre sette.