Economia

Burocrazia regionale, a rischio duecento milioni del Po-Fesr

PALERMO – Circa 200 milioni di euro dei fondi Po-Fesr sono a rischio in Sicilia per la lentezza della burocrazia. Lo ha affermato in una nota – indirizzata alla dirigente del Dipartimento Attività produttive Elena Balsamo, e per conoscenza all’assessore regionale delle Attività produttive Mimmo Turano e al dirigente generale del Dipartimento regionale alla Programmazione Dario TornabeneRosario Genchi, presidente di Project manager Sicilia (associazione siciliana riconosciuta che rappresenta i project manager che hanno competenza specifica nella progettazione sui fondi comunitari) chiedendo una proroga straordinaria sugli avvisi Po Fesr.

Secondo Genchi, molte imprese a fronte della presentazione della richiesta di erogazione dell’anticipazione al Dipartimento delle Attività produttive, a oggi non hanno ottenuto un euro e quindi hanno dovuto necessariamente slittare l’inizio dell’investimento. “Molti dei colleghi – ha evidenziato – iscritti a Project manager Sicilia che gestiscono le richieste di accesso alle agevolazioni dei fondi europei (diretti e indiretti) hanno lamentato che vi è il rischio che il cronoprogramma degli investimenti di molte imprese e aziende siciliane possa essere disatteso, compromettendo l’implementazione dei progetti a causa dei ritardi accumulati”.

“La proroga richiesta – ha aggiunto – è volta a ottenere uno slittamento di un anno, motivando che vi sono decine di posti di lavoro in bilico e sono a rischio investimenti per strutture ricettive, per la realizzazione di centri medici, laboratori artigianali, imprese edili, panifici, macellerie, studi di consulenza, agenzie di viaggio”.

Genchi ha anche dato disponibilità a partecipare a un tavolo tecnico per discutere delle varie problematiche sollevate anche nelle scorse settimane “ciò al fine di trovare insieme, in tempi stretti, soluzioni plausibili ed essere nelle condizioni di portare a risultato la programmazione Po Fesr 2014-20 per il bene della Sicilia”.

Sul problema della macchina burocratica spesso si sono espresse le due maggiori cariche della Regione, il presidente della Regione Nello Musumeci e quello dell’Ars Gianfranco Micciché. Quest’ultimo, nel corso di un convegno sulla crisi delle imprese tenutosi a giugno scorso aveva detto: “Le imprese – ha affermato – devono farsi autorizzare ogni cosa: siamo il Paese delle autorizzazioni. L’amministrazione italiana funziona così, ma quella siciliana è ancora più lenta, appesantita dalla burocrazia regionale. Perché mai un dirigente dovrebbe firmare un’autorizzazione? In fondo se dice di no, se non firma, non gli succede niente. Se firma, il giorno dopo rischia di finire indagato. È il sistema sbagliato, e la politica molto spesso non può incidere più di tanto”.