Un inferno che si ripete ogni anno. Sembra una frase fatta, ma leggendola meglio ci si rende conto che rappresenta un’imprecazione che i cittadini fanno uscire dalla loro bocca quando alla circonvallazione di Catania, per la precisione nel suo tratto centro-occidentale, avvengono incidenti mortali o che rischiano di esserlo.
Dopo i due recenti sinistri avvenuti sulla circonvallazione a Catania si torna a discutere. Il primo è quello che ha coinvolto Hannah, una giovane studentessa irlandese, investita mentre faceva jogging. Il più recente è avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 ottobre e ha portato alla morte di un 26enne. Quest’ultimo si è schiantato con la sua moto contro una vettura che procedeva nel stesso senso di marcia.
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Dopo la morte di Chiara Adorno, avvenuta esattamente un anno fa, questi due nuovi episodi portano i cittadini del capoluogo etneo a interrogarsi su quale potrebbe essere la soluzione per porre una volta per tutte fine alla problematica.
Negli ultimi giorni si è parlato tanto degli autovelox finalmente messi in funzione lungo il tragitto della circonvallazione. Ma un altro tema fortemente discusso è quello della ricostruzione del sovrappasso, demolito oltre dieci anni fa, o ancora di costruire un sottopasso pedonale. Quest’ultimo è peraltro esistente, seppure in stato di totale abbandono, in viale Odorico da Pordenone e in viale Marco Poco. Ma ancora a distanza di anni la questione continua a persistere.
In questi giorni noi del QdS abbiamo sentito le opinioni di alcune persone che lavorano nei pressi della circonvallazione o nella stessa. Salvo Lo Bianco, gestore di una tabaccheria nei pressi del Tondo Gioeni, ha posto la sua attenzione sul fatto che bisogna agire per fare un nuovo cavalcavia.
“Sono decenni che sono qua a lavorare in tabaccheria – ha detto Lo Bianco – e si parla sempre di costruire o di fare qualcosa per eliminare questi incidenti. Ad oggi non si è fatto niente e le persone continuano a morire. Si deve creare un sottopassaggio o fare un cavalcavia dove gli studenti possono attraversare tranquillamente la strada. Le persone non hanno limiti nella velocità, ci sono quelle ubriache e quelle che assumono stupefacenti. Al Comune dico di creare un cavalcavia”.
Il signor Biagio Giurato dell’ufficio Cisad si è soffermato invece sulla mancata presenza delle forze dell’ordine in zona.
“Prima di tutto ci vuole un controllo – ha sottolineato Giurato -, poi ci vuole qualche vettura della Polizia o dei vigili urbani. Al Comune vorrei dire tante cose: noi vogliamo più controlli, oltre al sovrappasso o al sottopasso”.
Pino Bellavia, sempre dell’ufficio Cisad, ha incentrato il suo discorso sul rispetto delle regole del codice della strada mentre si percorre la circonvallazione di Catania.
“Secondo me – ha puntualizzato Bellavia – ci vuole il rispetto dei limiti di velocità, perché io che percorro questa strada tutti i giorni vedo determinate persone che non li rispettano. Quindi più sorveglianza da parte del Comune, dei vigili urbani e chi di competenza. Già con gli autovelox si è fatto abbastanza, però ci vorrebbe una mano da parte dei vigili urbani. Così le persone capiscono che sulla circonvallazione si deve camminare adagio. Il sottopasso o sovrappasso che sia deve funzionare, perché è importante per attraversare la circonvallazione”.
Damiano Licciardello, responsabile dell’Udu di Catania e portavoce degli studenti della cittadella universitaria, ha parlato di come la questione si stia affrontando anche in sede di consiglio comunale.
“Noi come Udu – ha detto Licciardello – ci auguriamo che la studentessa possa rimettersi. Dai consiglieri comunali Bonaccorsi e Bonaccorso sono state fatte delle interrogazioni in aula. Mi auguro che vengano ascoltate per la costruzione del nuovo sovrappasso, che già c’era e che secondo me era un’alternativa all’attraversamento della circonvallazione di Catania. Da un punto di vista ingegneristico non porta alcun danno e non si può ridurre il traffico sulla circonvallazione, perché tiene in collegamento diversi quartieri. Non ci si può aspettare che si cammini a 50 km/h perché è anacronistico e folle”.
I messaggi a Palazzo degli Elefanti non mancano, anche perché bisogna stare attenti a non creare nuove situazioni simili.
“Anziché trovare soluzioni banali – ha concluso Licciardello – che possono servire a qualcuno per propaganda in vista della prossima campagna elettorale si potrebbe pensare invece a soluzioni più valide. Ad esempio attraversamenti pedonali sopra o interrati, come quelli esistenti nei pressi di via Vincenzo Giuffrida, che sono ricettacolo di vagabondi. C’è anche un problema di educazione stradale, che gran parte degli automobilisti non ha, in quanto tiene il telefono per ore mentre è al volante”.
“La parte della circonvallazione di Catania di fronte alla cittadella non ha alberi, è perennemente illuminata e quella è la zona più vigilata e in cui si può godere di visibilità. Ci vuole una soluzione più profonda e gli autovelox sono solo una trovata politica. Il passaggio con le scale in via Passo Gravina ha visto di recente dei lavori, ma per essere percorso di notte si deve fare ancora altra manutenzione, senza dimenticare l’uso della metropolitana. Si deve pensare in maniera organica”.