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Circumetnea, è ancora polemica per la tratta Misterbianco-Paternò

CATANIA – Realizzazione tratta Misterbianco-Paternò: si riaccende la polemica per la dismissione di parte dello storico tracciato della “littorina”. Fa ancora discutere la decisione della Ferrovia Circumetnea di Catania di dismettere parte della linea di superficie per trasformarla in metropolitana. La linea in questione è quella che va dalla città di Catania fino a Paternò, punto dal quale ricominceranno a viaggiare i treni in superficie secondo il percorso storico.

Il progetto Salvacircum

La rabbia monta, in particolare nella pagina Facebook di Lungomare liberato – dopo che quella creata appositamente per sensibilizzare l’opinione pubblica e tentare di bloccare il progetto, Salvalacircum, ha interrotto le attività dopo l’inizio dello smantellamento del binario.

“Sono riusciti ad eliminare la testa della nostra storica ferrovia con la promessa di realizzare entro due anni una metropolitana al suo posto (con una velocità simile alla littorina) che non sarà compatibile con il resto della ferrovia, costringendo a fare un cambio di treno a Paternò – scrivono in un post su Facebook gli attivisti della pagina. Nel frattempo, il tratto in costruzione di meno di 2 chilometri verso Monte Po non è stato ancora inaugurato nonostante gli oltre 7 anni di lavori”.

Lamentano anche che, anziché essere attivate, le fermate vengono soppresse: fino alla realizzazione della tratta, infatti, i treni non viaggeranno più dal capolinea Borgo, saltando quindi Cibali, Nesima, Lineri, Misterbianco, Belpasso-Piano Tavola, Valcorrente e Giaconia. “Una gestione totalmente disastrosa – si legge ancora – che costringerà sempre più cittadini a prendere l’auto proprio come si è fatto sempre in questi decenni, raggiungendo il record assoluto di oltre 800 auto per 1.000 abitanti nel Comune di Catania”.

Risponde il direttore generale di Fce, Salvatore Fiore

Un’accusa senza mezzi termini alla quale risponde il direttore generale di Fce, Salvatore Fiore che parla di “approccio non corretto”. “Non dismettiamo nulla: stiamo potenziando la tratta fino a Paternò”, dice. “Siamo l’unica azienda che sta investendo: la linea vecchia ha bisogno di manutenzione e noi, per rendere competitivo il mezzo, oltre che più sicuro, abbiamo deciso di interrare i binari. Come già abbiamo fatto a Biancavilla e a Santa Maria di Licodia dove abbiamo interrato 9 km di linea”.

Fiore parla poi della questione sicurezza, garantita maggiormente dal treno sotterraneo rispetto a quello che viaggia in superficie “in ambienti altamente antropizzati” e del minore impatto ambientale dei treni sotterranei – “a trazione elettrica” piuttosto che di quelli di superficie “alimentati a diesel”. “Interrando i binari – sottolinea il direttore generale – la tratta viaggerà in elettrico e questo renderà tutto più ecologico, oltre che rendere più vivibile il trasporto pubblico”.

Infine, Fiore interviene anche per spiegare la scelta di dismettere la tratta di superficie. “Non potevamo mantenere entrambe le linee – afferma. Avrebbe significato avere due tratte parallele di cui una provvisoria. Il nostro progetto è pianificato col territorio, è stato concertato – evidenzia – ha avuto un’accelerazione con i fondi del Pnrr”.

Insomma, un’opportunità che obbliga a consegnare tutto entro il 2026. A quel punto, le tratte dismesse potranno diventare una opportunità.

“Restituiremo le aree al Demanio – dice. “Come già accaduto altrove, sono state date in concessione ai comuni che ne hanno fatto un sistema lineare di mobilità dolce”.