Ragusa

Cisl Ragusa Siracusa, un tavolo tecnico per il rilancio dell’economia

RAGUSA – In queste settimane si sono susseguiti numerosi scioperi, diverse mobilitazioni in più ambiti hanno portato in piazza migliaia di persone. Nel nostro territorio, le organizzazioni sindacali hanno provato in questi mesi a lavorare per aiutare l’economia ragusana e per fare in modo che la crisi non danneggi tutti i settori. Servono però risposte concrete.

“Se l’iniziativa di coinvolgere le parti datoriali e sindacali attorno a un tavolo per tenere gli Stati generali dell’economia ragusana è stata salutata con grande interesse dalla Cisl – ha evidenziato la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi – ora, a distanza di poco più di un mese, è opportuno che a quella iniziativa analitica possa essere dato un seguito, con la creazione di un tavolo capace di indicare quali i grandi temi che interessano da vicino questo territorio e, soprattutto, in che modo è necessario approcciarli”.

Naturalmente le iniziative che le organizzazioni sindacali e le parti datoriali hanno organizzato meritano una grande attenzione ma adesso, per forza di cose, è necessario dare un seguito per non rischiare di banalizzare tutto il lavoro già effettuato.

“Perché non si corra il rischio – ha continuato ancora Carasi – che il tempo utilizzato sia stato solo sprecato. Siccome so per certo che l’intenzione non era questa ma, anzi, si vogliono costruire solide fondamenta su cui basare i ragionamenti futuri, dobbiamo preoccuparci di comprendere in che modo costruire le strade migliori per favorire lo sviluppo economico, e quindi accrescere l’occupazione e il benessere, sul territorio della provincia di Ragusa. Che dovrebbe poi essere l’interesse primario di tutti gli attori primari della società civile, quello, cioè, di creare le migliori condizioni affinché ciò avvenga. Nutriamo molta fiducia sulle potenzialità dell’area iblea. Ma è necessario metterle in rete”.

Ricorda Carasi: “D’altronde, stiamo scendendo in piazza, a livello nazionale, a Roma, proprio per questo. Proprio per ribadire alcuni concetti fondamentali per il futuro. Per dire no alla stretta sulla previdenza e sulle pensioni: quota 103 diventa ancora più penalizzante per le persone che vi ricorrono. È, poi, assolutamente sbagliata la misura che modifica aliquote e rendimenti per i futuri trattamenti pensionistici di medici, infermieri, personale degli enti locali, maestre d’asilo, ufficiali giudiziari. Si restringe ancora ulteriormente l’intervento su ape sociale e opzione donna e vengono alzati i coefficienti economici del trattamento pensionistico minimo per i lavoratori che intendono accedere all’anticipo pensionistico”

Conclude poi la segretaria generale: “Ecco questo ci sembra un intervento assolutamente errato rispetto a cui ci attendiamo modifiche sostanziali. E stiamo facendo sentire anche la nostra voce”.