Infrastrutture

Ponte, il fronte politico si sgretola. Ex Provincia: “Servono chiarimenti sugli espropri”

I timori per le contaminazioni delle falde acquifere, quelli per l’erosione costiera e la distruzione della riserva naturalistica all’interno della quale insistono i laghi di Ganzirri. Sono queste le principali criticità emerse all’interno della relazione presentata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da parte della Città Metropolitana di Messina nell’ambito della Conferenza dei servizi organizzata a Roma, fondamentale per il futuro del progetto del ponte sullo Stretto.

Secondo l’ex Provincia, come sottolineato anche dal sindaco Basile durante la Commissione ponte di ieri pomeriggio, nelle 39 pagine di relazione, sono una decina i punti sui quali tecnici e dirigenti si sono soffermati in merito all’impossibilità di realizzazione della grande opera secondo l’attuale progetto. Lo stesso progetto era stato modificato solo in una esigua percentuale rispetto a quello già presentato nel 2011 dalla società promotrice.

Città Metropolitana di Messina contro il ponte sullo Stretto

A tenere alta l’attenzione del Comune, al netto delle dichiarazioni di endorsement dello scorso 18 marzo durante la presenza in città di Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina Spa, c’è anche il capitolo espropri, per i quali è già stata annunciata battaglia legale tra le due sponde dello Stretto. Anche di questo discutono i tecnici presenti al tavolo del Mit insieme con il primo cittadino e il direttore generale del Comune, Salvo Puccio.

Oltre Torre Faro, Ganzirri e Granatari, i cantieri della mega opera insisteranno anche su Sperone, Pace, sull’Annunziata, viale Italia arrivando fino a Contesse, a ben venticinque chilometri di distanza dal punto in cui è prevista la costruzione dei piloni della sponda siciliana del ponte sullo Stretto. Per questa ragione sono migliaia i cittadini che rischiano di essere coinvolti nel caso in cui, come confermato dalla società presieduta da Pietro Ciucci, i lavori dovessero davvero partire “entro la fine dell’estate e dopo i pareri vincolanti di CIPESS e commissioni sulla sostenibilità ambientale”. Lavori anche in provincia con espropri anche sulla costa tirrenica.

“Risposte sugli espropri”

“Vorremmo chiarito il cronoprogramma degli espropri”, ha confermato il sindaco Basile durante l’audizione in Commissione ponte. Dopo quella di Roma, anche le Procure di Reggio Calabria e Messina hanno nel frattempo ricevuto esposti presentati da cittadini che chiedono alla magistratura di verificare tutte le incongruenze nell’iter di approvazione del progetto e nei buchi presenti all’interno dello stesso.
Secondo il primo cittadino di Messina e a capo della Città Metropolitana, in discussione ci sono anche le tempistiche di realizzazione del ponte: “È difficile che possano essere rispettati i tempi, a partire dalla realizzazione del progetto esecutivo in un mese. La città ha il diritto di sapere per quanto tempo e da quando sarà impegnata con la realizzazione del ponte sullo Stretto”.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Attenzione alle opere compensative

Spazio poi alle opere compensative, sulle quali punta la Stretto di Messina Spa per consentire alla città di digerire la previsione di una cantierabilità trasversale tra la zona nord e quella sud della provincia più a nord dell’Isola. Si passa dal depuratore di Tono all’aeroporto del Mela e poi ancora piste ciclabili, viali alberati, parchi e campi da gioco e ancora interventi per la protezione ambientale, ripascimento delle coste e progetti per migliorare le infrastrutture esistenti. Anche la Metro Mare rientra tra le opere previste.

Il fronte politico locale, che sembrava compatto in direzione del “sì” al progetto, ora però non pare più tale. Un sentimento che si era già avvertito al momento delle prime commissioni ponte in Consiglio, dove più di qualche esponente della maggioranza aveva mostrato evidenti perplessità nei riguardi dell’opera e dell’attuale progetto. Confermate dunque le indiscrezioni che vedevano il movimento “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca contrario alla realizzazione della grande opera. Un movimento del quale continua a far parte – al di là delle dichiarazioni in favore del progetto – anche il sindaco di Messina, Federico Basile.