Ambiente

Città nella morsa del traffico: rapporto MobilitAria, bocciate Palermo e Catania

Negli ultimi giorni in Sicilia non sono giunte notizie confortanti riguardo alla mobilità e al traffico per le maggiori città dell’Isola. Il Rapporto MobilitAria ha collocato Palermo e Catania negli ultimi posti della classifica delle 14 città metropolitane italiane in quanto più lontane dal conseguimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2030. Un rapporto che tiene conto di cinque indicatori: trasporto pubblico potenziato e non inquinante, mobilità attiva, mobilità condivisa, tasso di motorizzazione e ripartizione modale. Ma oltre a ciò, le due città risultano anche tra le più trafficate al mondo: nel dettaglio Palermo al quarto posto e Catania al sesto.

Lo stato attuale nelle città

Per rendere l’idea di come stiano adesso le due città, sono significative le parole di due esperti di mobilità. Attilio Pavone di Catania Mobility Lab spiega come nel capoluogo etneo per tutti i vettori della mobilità pubblica ci siano ancora tanti passi avanti da fare in una città ancora molto indietro sotto il profilo della mobilità ponendo la sua attenzione in particolare sui problemi attuali della metropolitana e del passante ferroviario costiero, ancora non ben valorizzato. Diverse sono invece le cose in progetto che andrebbero a peggiorare il tutto.

Le parole di Pavone

“Quello che a Catania noi auspichiamo nell’immediato – afferma Pavone – è l’aumento delle vetture per chilometro e il cambio di legge regionale per l’Amts, la rimodulazione delle frequenze, l’estensione dell’orario e la riapertura della tratta Galatea-Porto per la metropolitana- E ancora, il ripristino dei treni com’erano nel 2018 e l’apertura la domenica per i treni in superficie della Circumetnea, l’implementazione del servizio ferroviario metropolitano sul passante in ambito Ferrovie dello Stato, il potenziamento del servizio nell’hinterland nord per l’Ast, la tariffazione progressiva per le soste delle auto, l’estensione di Ztl e aree pedonali con le telecamere e l’integrazione tariffaria dei servizi. Per le piste ciclabili c’è già il progetto definitivo finanziato con 8 milioni di euro di fondi PO-FESR che rischiano di essere persi. Le cose invece da non fare sono l’interramento della Circumetnea da Misterbianco-Paternò (un miliardo da risparmiare per la tratta Stesicoro-Aeroporto e per la chiusura dell’anello Monte Po’-Aeroporto), l’interramento della Stazione Centrale (i cui fondi possono essere investiti sull’Etna Rail), l’allargamento della Tangenziale e i nuovi parcheggi in piazza della Repubblica o piazza Verga”.

Le criticità di Palermo

Antony Passalacqua, vicepresidente di Mobilita Palermo, illustra le mancanze che ci sono nel capoluogo con riferimenti ai dati del traffico e ai limiti in particolare del passante ferroviario. Le migliorie andrebbero apportate anche alla tariffazione integrata già esistente, mentre si deve attendere ancora molto per la consegna dell’intero anello ferroviario. Il trasporto su gomma ha anch’esso i suoi problemi nei suoi percorsi e anche in termini di personale.

Il commento di Passalacqua

“I numeri per il traffico sono questi da una decina d’anni – sottolinea Passalacqua -. Oltre al problema infrastrutturale c’è anche quello culturale, con tante auto con una sola persona all’interno. Il passante ferroviario è una metroferrovia che fa però ha delle strozzature fra le stazioni D’Orleans e Notarbartolo e fra quest’ultima e la stazione Francia. Per la consegna si attende solo il disco verde dalla Regione e da Trenitalia. Ci sono due treni ogni ora, ma a lavori conclusi potrebbero diventare cinque con tempi ridotti per l’aeroporto. Per fare questo però ci vogliono i soldi. L’anello ferroviario da Notarbartolo al porto e i lavori sono in corso, ma dovremmo aspettare circa 4 anni per la consegna totale. Il biglietto integrato è solo giornaliero ed è utile solo a chi viene da fuori. Alcune linee di bus non sono ben protette nel loro percorso e mancano le corsie preferenziali, il controllo per la bigliettazione a bordo e gli autisti, nonostante stiano arrivando nuovi autobus. C’è una gara in corso di svolgimento per il prolungamento delle linee tranviarie attuali in direzione del centro e nuove linee finanziate per collegare le zone periferiche come Mondello e Sferracavallo. Questo porterà ad abbattere il traffico veicolare. Sono previsti percorsi ciclabili di pari passo con il prolungamento del tram, ma quelli esistenti non hanno manutenzione o sono costruiti senza criterio”.

Il parere di Legambiente

Il presidente di Legambiente Sicilia, Giuseppe Alfieri, intervenuto al Qds, fa il punto della situazione indicando cosa bisogna fare per raggiungere i risultati prefissati entro il 2030, con una particolare attenzione ai fondi del Pnrr e agli investimenti sulla micromobilità allo scopo di ridurre l’inquinamento atmosferico entro i tempi prefissati.

“Un dato negativo che ci portiamo dietro da tanto tempo – puntualizza Alfieri -. Occorrono investimenti importanti per i fondi del Pnrr e bisogna fare un grande sforzo per migliorare le condizioni vivibilità attraverso lo svecchiamento del parco veicoli, la riduzione dei veicoli inquinanti e il potenziamento del trasporto pubblico intermodale. Non dimentichiamo i parcheggi esterni alle aree urbane per consentire il raggiungimento del centro con i mezzi pubblici e una maggiore frequenza per i mezzi. Si deve fare un grande sforzo anche sulla micromobilità con aree sicure per fare uso dei mezzi. L’investimento sul trasporto su ferro deve andare di pari passo con tutte queste cose. Il nostro appello va alle amministrazioni e ai governi per la spesa del soldi del Pnrr per la mobilità sostenibile e per l’intermodalità”.