Claudia Spadola, storica dell’arte. Originaria di Pozzallo, nel ragusano, vive a Firenze dagli anni universitari, dove ha conseguito la laurea magistrale in Storia dell’arte e oggi lavora come docente di storia dell’arte e di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado.
Come hai utilizzato la borsa di studio messa a disposizione dalla Fondazione Maria Luisa Tregua?
“La borsa di studio mi ha permesso di specializzarmi e completare il mio percorso universitario con un master Postlaurea di II livello in “Mediazione culturale nei musei: aspetti didattici, sperimentali e valutativi”, presso l’Università degli Studi di Roma Tre. La scelta del master è stata dettata dal desiderio e dalla profonda passione per il mondo dell’arte e dalla volontà di specializzarmi in una delle figure fortemente richieste dalle realtà museali attuali: il mediatore museale. Uno dei momenti più significativi di questo percorso è stata l’esperienza di stage prevista dal master, che si è svolta nelle maggiori realtà museali romane, il Museo Nazionale romano – Terme di Diocleziano, dove ho potuto concretizzare e attuare una traslazione pratica della teoria appresa”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“Da alcuni anni a questa parte lavoro come docente di storia dell’arte e di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado a Firenze. Nei miei progetti futuri, rientra sicuramente, il lavoro di insegnante, anche se mi piacerebbe interagire e collaborare con qualche ente museale”.
La parità di genere è ancora un miraggio: c’è stato un momento nella tua vita in cui essere donna ti ha creato uno svantaggio. Come hai superato la difficoltà?
“La situazione italiana non è una delle migliori, molte giovani donne si ritrovano a rinunciare ai propri sogni lavorativi per occuparsi della famiglia e viceversa. Nella mia personale esperienza lavorativa, fortunatamente, sto vivendo il periodo di maternità molto serenamente, grazie al periodo di congedo parentale. Non ho mai subito episodi di discriminazione di genere, ma la maggior parte delle lavoratrici madri sperimentano uno svantaggio nelle posizioni lavorative e molte volte rinunciano al lavoro per mancanza di sussidi. Il percorso dei diritti per un futuro del lavoro in cui l’uguaglianza di genere sia una realtà è ancora in salita, ma non impossibile”.