PALERMO – Dopo mesi di siccità, il cambiamento climatico potrebbe portare bombe d’acqua sul territorio isolano.
Nulla di buono, insomma, a cui bisogna essere preparati perché si possa in qualche modo limitare i danni a cose e persone che ne potrebbero derivare. Sono state quindi emesse delle linee guida, in una direttiva dell’Autorità di bacino della Regione, alle Città metropolitane, ai Consorzi comunali, ai Comuni, al Consorzio autostrade siciliane, all’Anas, alla direzione territoriale Sicilia, Siciliacque e ai Consorzi di bonifica Orientale e Occidentale.
Le indicazioni si riferiscono innanzitutto alla necessità prioritaria di predisporre interventi per lo sgombero dei rifiuti di varia natura, dagli sfabbricidi alle carcasse di autoveicoli e animali, dagli elettrodomestici ai mobili, abbandonati a ridosso dei corsi d’acqua.
In parallelo, si dovranno intensificare le attività di controllo per individuare i responsabili, sia da parte degli organi di Polizia, sia da parte della Polizia idraulica, sotto il controllo dell’Autorità di bacino.
Le amministrazioni comunali sono tenute poi a programmare adeguate azioni di tutela della cittadinanza, andando a ripulire le strade e gli impianti che ricadono negli alvei fluviali che sono caratterizzati, in presenza di forti piogge, nella successiva stagione autunnale, da colate di fango e detriti ed ondate di piena dal forte impatto distruttivo.
Ancora, si dovrà vigilare nei tratti di viabilità che ricadono negli alvei dei corsi d’acqua ed effettuare, nelle giornate di allerta meteo, la vigilanza di tali punti per impedirne l’utilizzo, andando a rimuovere qualsiasi tipo di elemento che possa indurre chiunque a pensare di transitare su una regolare viabilità urbana o extra urbana.
Grande attenzione anche per le aree di demanio fluviale, in cui va rimosso tutto ciò che potrebbe essere trascinato dalle ondate in piena. A seguito della diramazione dell’allerta meteo, si dovranno attivare le strutture comunali di protezione civile, facendo presidiare le piste di attraversamento dei corsi d’acqua, le strade comunali arginali, le opere di attraversamento viario e tutte le altre principali opere idrauliche presenti nei centri abitati.
A seguito dell’aggravarsi degli eventi meteorici o in via cautelativa, dovranno poi essere allertate le strutture di Protezione civile e valutata la necessità di provvedere all’evacuazione della popolazione le cui abitazioni possono risultare investite da ondate alluvionali o invase da colate di fango e detriti.
Gli enti proprietari di opere di attraversamento dei fiumi hanno l’obbligo di provvedere alla manutenzione delle proprie opere, prevedendo il ripristino delle sezioni idrauliche anche parzialmente intasate. Altra criticità frequentemente osservata è quella connessa alla necessità di mantenere in efficienza idraulica le opere che si trovano sugli argini, come depuratori, stazioni di sollevamento, impianti lineari, cavidotti, che hanno richiesto, per il proprio posizionamento, opere di arginatura fluviale, quali muri, golene, massicciate.
Non bisogna infatti dimenticare l’aumentata azione erosiva delle acque a seguito degli incendi. Tale azione si concretizza attraverso il dilavamento superficiale, un processo geologico che si verifica quando l’acqua scorre sulla superficie del terreno, trascinando con sé sedimenti e materiali del suolo. Questo processo può causare l’erosione del suolo, la perdita di nutrienti e la riduzione della qualità del suolo.
Tale azione erosiva causa, lungo i pendii, la formazione di valanghe e colate di fango e detriti ed a valle, la scopertura delle fondamenta degli argini che, svuotando i terrapieni infrastrutturali, ne fa collassare la piattaforma stradale o colpiscono, devastandoli, i centri abitati pedemontani.