TRAPANI – Formazione ed ancora formazione. La Cna di Trapani prova ad aprire un varco nella crisi e lancia una nuova sfida. Il suo segretario provinciale Francesco Cicala spiega il salto di qualità. “La formazione professionale – sottolinea – è la chiave per sbloccare il potenziale del nostro territorio e preparare la nostra forza lavoro alle sfide del futuro”.
Dichiarazione d’intenti da mettere agli atti, come tante altre? Oppure ci può essere un reale cambio di rotta?
“Collaborazioni efficaci tra il mondo dell’istruzione, le imprese e le istituzioni possono creare percorsi formativi in grado di rispondere direttamente alle esigenze del mercato del lavoro, incentivando al contempo l’innovazione e lo spirito imprenditoriale”.
Possiamo entrare nel concreto?
“Cna Trapani si è già impegnata su questo fronte ottenendo, di recente, un importante risultato: dietro sollecitazione della nostra associazione, che si è fatta portavoce delle richieste degli operatori economici dell’agroalimentare e del settore turistico alberghiero della provincia, che lamentavano l’assenza di figure professionali altamente specializzate nella promozione territoriale, prenderà avvio a settembre, presso il Polo universitario di Trapani, il primo corso di laurea di primo livello in Scienze gastronomiche. La sinergia fra Università e il mondo imprenditoriale, disponibile a offrire opportunità di stage e tirocini, consentirà di formare giovani che non solo sapranno, ma sapranno anche fare. Una grande sfida ma anche un’opportunità per il nostro tessuto produttivo e per le future generazioni”.
Cna sul campo, dunque. E con un confronto costante con gli associati. Cosa emerge da questo dialogo?
“Le richieste che riceviamo dai nostri associati riflettono le sfide e le opportunità che caratterizzano il contesto economico e produttivo della provincia di Trapani. Tra queste, le più frequenti riguardano l’accesso al credito, la semplificazione della burocrazia amministrativa, la formazione e l’aggiornamento professionale e l’accesso ai nuovi mercati. La nostra missione è quella di essere un punto di riferimento affidabile per le imprese e, in risposta a queste esigenze, la nostra azione si concentra nel fornire loro non solo rappresentanza ma anche consulenza e supporto mirati a cogliere le opportunità di crescita e sviluppo, impegnandosi anche in un dialogo costante con le autorità locali e nazionali per promuovere la semplificazione delle procedure amministrative e di accesso al credito. Organizziamo anche corsi di formazione, workshop e seminari su tematiche chiave quali l’innovazione tecnologica, il marketing digitale, la sostenibilità ambientale, le strategie di internazionalizzazione e l’intelligenza artificiale, sempre più presente nelle nostre vite”.
A proposito di consulenze e di consigli, cosa si può dire a chi, nonostante tutto, intende investire nel territorio? In quali settori produttivi vanno canalizzati gli investimenti? Cosa si può fare? E soprattutto produrre?
“Se avessi delle risorse finanziarie a disposizione per avviare un’attività imprenditoriale nel territorio trapanese, punterei su settori che rappresentano sia una tradizione di valore, sia un’opportunità di innovazione e crescita futura. Il primo che mi viene in mente è sicuramente quello del turismo a vocazione esperienziale, che consente la valorizzazione del nostro patrimonio enogastronomico, di quello artistico-artigianale e delle bellezze naturalistiche e culturali di cui siamo ricchi. Questo tipo di turismo consente al turista di vivere un territorio ma soprattutto un’emozione che sicuramente ricorderà per sempre. Ritengo che il turismo esperienziale rappresenti una grande opportunità di sviluppo per il futuro del nostro territorio ma è fondamentale che le aziende dei settori produttivi coinvolti capiscano l’importanza di fare sistema. Nell’avviare qualsiasi attività sul nostro territorio però bisogna avere una grande dose di coraggio perché gli ostacoli, come la carenza di servizi e infrastrutture, rendono tutto più faticoso”.
Ma con l’agricoltura in crisi, la pesca che può soltanto difendersi, il turismo spesso senza programmazione e l’edilizia che si tiene in piedi con i bonus che sono ormai in scadenza, come si può parlare di futuro a Trapani?
“Le difficoltà che affliggono i settori strategici della nostra economia richiedono un’attenzione immediata e strategie innovative. È evidente che per parlare di futuro dobbiamo pensare in termini di sostenibilità, diversificazione economica e valorizzazione delle nostre risorse uniche. Ma le imprese da sole non possono farcela. È necessaria una visione condivisa del futuro che si desidera costruire per la provincia di Trapani. Solo con un impegno collettivo, una pianificazione strategica e un’azione concreta potremo superare le difficoltà attuali e lavorare per un futuro prospero del nostro territorio. Le istituzioni tutte e la politica in particolare devono giocare un ruolo attivo nel supportare le imprese e i settori in difficoltà attraverso scelte mirate, facilitazioni burocratiche e accesso a fondi e finanziamenti, sia nazionali che europei, tutti orientati alla ripresa economica e con la prospettiva di rendere la crescita costante”.
La politica sta dalla vostra parte? Dalla parte di chi fa economia?
“La percezione delle difficoltà del territorio da parte della politica trapanese è un tema complesso. Nonostante le numerose iniziative, convegni e dichiarazioni, la sensazione diffusa tra gli imprenditori e i cittadini è che spesso le azioni concrete tardino ad arrivare o non siano sufficientemente incisive per risolvere i problemi esistenti”.