Con la decisione del Consiglio dei ministri di ieri di nominare i 48 rappresentanti delle categorie produttive che completeranno la nuova Assemblea del Cnel, potrà entrare nel vivo la doppia partita sul salario minimo e il lavoro povero affidata dal premier Meloni al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro guidato da Renato Brunetta che dovrà consegnare, entro la seconda settimana di ottobre, un quadro dettagliato di osservazioni e proposte.
Ma, nonostante una parte del lavoro istruttorio per individuare le necessarie aree di approfondimento sia stato già stato effettuato a fine agosto, con il ciclo di audizioni di Istat, Inps, Banca d’Italia e Ministero del Lavoro oltre che con l’Ocse, i tempi per rispettare il ruolino di marcia indicato da Palazzo Chigi restano strettissimi.
Il nodo, infatti, è la convocazione della nuova Assemblea generale che il Cnel, ‘auspica’ possa avvenire già nel mese di settembre ma che realisticamente non potrà essere convocata prima del 22 settembre prossimo, in attesa dell’adozione del decreto del Presidente della Repubblica, la registrazione del Dpr presso la Corte dei Conti e la successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Una adunanza procedurale, di semplice insediamento dei 64 componenti, questa, che dovrà eleggere, se si riuscirà a trovare un’immediata ‘quadra’ politica, i vicepresidenti Cnel. Sarà dunque necessario convocare una seconda Assemblea a stretto giro di posta, pratica inusuale per il Cnel, con la quale eleggere la nuova Commissione Informazione e Lavoro alla quale saranno affidati tutti i dati raccolti nel corso dell’indagine tecnica, integrati con le ulteriori analisi di alcuni contratti collettivi di riferimento, che dovrà svolgere un’istruttoria di merito e dare seguito ad un nuovo ciclo di audizione delle parti sociali, sindacati e imprese. Al termine del lavoro sarà chiamata a deliberare osservazioni e proposte che saranno poi rimesse all’esame di una nuova Assemblea per le considerazioni finali.
Foto d’archivio