Politica

Cobas-Codir: “Personale Regione, su rinnovo dei contratti si faccia presto”

PALERMO – Non trova ancora soluzione la vicenda sul rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione in Sicilia. A tuonare contro i ritardi del governo regionale è il sindacato Cobas-Codir, il maggior sindacato del pubblico impiego regionale in Sicilia.
Come si ricorderà, i contratti dei regionali, dirigenti e non, sono rimasti nei cassetti per anni prima del loro rinnovo e nel frattempo le esigenze della pubblica amministazione sono cambiate, a partire dalla necessità di una maggiore qualificazione e formazione dei dipendenti nell’ottica della digitalizzazione della Pubblica amministrazione. In molti punti, quindi, tutte le sigle sindacali avevano anche rilevato la necessità di aggiornare i contratti.

Carenze e mancanze che il Quotidiano di Sicilia aveva più volte evidenziato: la trasformazione della burocrazia regionale da zavorra a volàno di sviluppo passa proprio dalla qualità e dalla quantità dei servizi che devono essere offerti a cittadini e imprese, ma passa anche dai valori di produttività, merito e responsabilità.
Senza un Piano Organizzativo dei Servizi (Pos) che punti all’efficienza e a tempi certi di funzionamento della macchina burocratica, la rivoluzione resterà un mero auspicio.

I sindacati spingono per un rinnovo dei contratti

Adesso, i sindacati spingono per un rinnovo dei contratti che sia tempestivo e senza ulteriori indugi: “Giovedì scorso l’Aran Sicilia ha consegnato alle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative le direttive del governo regionale siciliano per la riclassificazione e per i rinnovi dei contratti di lavoro (comparto e dirigenza) per il triennio 2019/2021 – è scritto in una nota della segreteria generale Cobas-Codir -. Il governo regionale ha previsto, in linea con quanto è stato fatto in campo nazionale, lo stanziamento di 54 milioni di euro di cui 44 per il comparto non dirigenziale e 10 per la dirigenza”.

Cifre giudicate bastevoli da parte del sindacato, che sollecita i vertici regionali: “Il governo regionale dovrebbe evitare di perdere ulteriore tempo con condotte dilatorie: ulteriori ingiustificabili ritardi, infatti, oltre a nuocere alla stessa Amministrazione ritardandone la riforma del personale nel nuovo sistema classificatorio, nuoce anche a tutti i siciliani che si trovano difronte a una macchina burocratica inceppata anche a causa delle funzioni inadeguate attribuite alle risorse umane disponibili”.

E ancora, il sindacato ricorda come tale condotta non va incontro alla possibilità di interrompere il procedimento giudiziario del Tar per l’annullamento dei concorsi per circa 1000 posti banditi dalla Regione Siciliana senza avere prima attivato le procedure previste dalla Legge e le riserve per il personale interno. “Ciò lascerebbe dedurre – sottolinea il sindacato – che non sembra esserci alcuna sensibilità, da parte del governo regionale, neanche nei confronti dei 200mila concorrenti ai concorsi che rischiano di essere annullati certamente non per responsabilità del Cobas-Codir che ha adito il Tribunale Amministrativo per il sacrosanto diritto/dovere di tutelare gli interessi legittimi del personale in servizio”. “Il governo regionale – conclude la Segreteria Generale del sindacato – adotti subito gli strumenti tecnici necessari e dia mandato all’Aran Sicilia affinché i 44 milioni di euro siano tutti spendibili, da subito, fino all’ultimo centesimo disponibile, consentendo l’immediata riclassificazione di tutto il personale. Non avrebbe, infatti, alcun senso procedere al rinnovo contrattuale con le vecchie qualifiche”.