La pandemia con il blocco delle frontiere ha impedito l`arrivo in Italia di quasi 2 lavoratori stagionali su 3 (65,1%) da Paesi extra Ue con un impatto drammatico sulle attività agricole. E` quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai Cittadini non comunitari in Italia nel primo semestre del 2020.
“Se si considera il livello regionale – sottolinea la Coldiretti – la percentuale sale addirittura fino al 90% in Emilia Romagna, che è la regione in cui era stato registrato il maggior numero di permessi per lavoro stagionale. La situazione – sottolinea la Coldiretti – non è migliorata nella seconda metà dell`anno per effetto del ritardo nell`emanazione del decreto flussi che ha dato il via libera all`’ngresso di 18mila lavoratori stagionali extracomunitari solo a partire da metà ottobre. Una situazione che – continua la Coldiretti – ha avuto un impatto sulle attività di raccolta, dalla frutta alle olive fino alla vendemmia, in assenza di strumenti flessibili adeguati per affrontare l’emergenza”.
“Il mancato arrivo di braccianti che non è stato infatti fino ad ora accompagnato – conclude la Coldiretti – da misure per favorire l`accesso al lavoro degli italiani come l`introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.