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Come la Pa ha rivoluzionato i servizi rivolti al cittadino

ROMA – L’emergenza Coronavirus rivoluziona anche il mondo del lavoro. Per evitare il propagarsi del contagio si punta sul lavoro agile, meglio detto smart working, per bilanciare l’imprescindibile esigenza di proteggere la salute e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro con la necessità di mandare avanti la complessa macchina dello Stato e di assicurare i servizi essenziali, di cui il Paese ha comunque bisogno. Così il lavoro agile dovrà essere esteso anche ad attività escluse in precedenza.

La direttiva del 12 marzo sostituisce quella del 4 marzo e contiene differenze importanti. La situazione, come sostiene la ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, è in costante evoluzione e richiede uno sforzo importante delle istituzioni. La Funzione Pubblica, con una nuova direttiva (n.2/20), cerca di conciliare la tutela della salute di cittadini e dipendenti con la necessità di continuare a erogare i servizi essenziali e indifferibili. La direttiva ministeriale, nel dettaglio, chiarisce che le misure adottate per l’intero territorio nazionale sono, fra l’altro, finalizzate a ridurre la presenza dei dipendenti pubblici negli uffici e ad evitare il loro spostamento, ma non pregiudicano lo svolgimento dell’attività amministrativa da parte degli uffici pubblici.

Le amministrazioni, dunque, svolgeranno le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza e le attività indifferibili con riferimento sia all’utenza interna (ad esempio: pagamento stipendi, attività logistiche necessarie per l’apertura e la funzionalità dei locali) sia all’utenza esterna. Il lavoro agile diventerà attività ordinaria pertanto il personale, negli uffici, dovrà limitare la propria presenza fisica.

Saranno adottate forme di rotazione dei dipendenti per garantire un contingente minimo di personale da porre a presidio di ciascun ufficio, assicurando prioritariamente la presenza del personale con qualifica dirigenziale in funzione del proprio ruolo di coordinamento.

Ad esempio le riunioni in via telematica devono diventare la norma; deve essere garantito il massimo accesso ai servizi per via informatica e le presenze di persone del pubblico vanno scaglionate e organizzate per evitare assembramenti. Non solo: le attività di ricevimento del pubblico o di erogazione diretta dei servizi al pubblico sono prioritariamente garantite con modalità telematica o comunque con modalità tali da escludere o limitare la presenza fisica negli uffici (ad es. appuntamento telefonico o assistenza virtuale).

Le amministrazioni pubbliche rendono disponibili nei propri locali, anche non aperti al pubblico, strumenti di facile utilizzo per l’igiene e la pulizia della cute, quali ad esempio soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani, salviette asciugamano monouso, nonché, qualora l’autorità sanitaria lo prescriva, guanti e mascherine per specifiche attività lavorative, curandone i relativi approvvigionamenti e la distribuzione ai propri dipendenti e a coloro che, a diverso titolo, operano o si trovano presso l’amministrazione.

La direttiva, inoltre, fa chiarezza anche sulle procedure concorsuali: fino al 3 aprile sono sospesi i concorsi, eccetto quelli sanitari.
Nello specifico per i concorsi in sanità si legge: “Sono inoltre esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza”.