Ragusa

Comiso, una nuova sede per il centro antiviolenza

COMISO (RG) – Che durante il lockdown siano aumentati i casi di violenza sulle donne è purtroppo un dato appurato. Tantissime le segnalazioni che hanno fatto registrare un incremento considerevole di questi spiacevoli episodi. Importante e fondamentale è stato in questi mesi il lavoro incessante dei centri antiviolenza che, di fatto, non hanno mai smesso di operare. Anzi. La loro attività è decisamente aumentata.

Al centro del dibattito, proprio in questi giorni, c’è la struttura di Comiso, coordinata da Daniela Lo Presti, e la sua nuova sede. Secondo Italia Viva, l’Amministrazione comunale mal gestisce il centro e la sua funzionalità.

“Non è spiegabile – ha evidenziato il coordinatore cittadino di Comiso Vincenzo Maggio – il motivo per cui l’Amministrazione comunale abbia deciso di spostare il centro donna antiviolenza. Già un primo trasferimento era stato disposto dalla sede di via degli Studi, a nostro avviso la soluzione migliore, ai locali dell’area G. Adesso l’ennesimo trasloco in un’altra sede che risulta difficile da raggiungere oltre che ad essere momentaneamente sprovvista di connessione internet. I ritardi per l’assegnazione della sede – ha aggiunto Maggio – ammontano a oltre un anno. Adesso, l’Amministrazione ha intenzione di muoversi in questo senso con una sede decentrata e poco visibile rispetto a quella precedente. Tutto questo ci sembra non abbia senso alcuno”.

In realtà, la questione sembrerebbe essere diversa da come la presenta Italia Viva: a detta della responsabile del Centro, infatti, sono state le operatrici a chiedere il trasferimento.

“Non è stata l’Amministrazione comunale a trasferirci di sede in via Libertà, presso il centro Diurno per Minori – ha evidenziato Daniela Lo Presti – ma è l’esatto opposto: abbiamo chiesto noi operatrici del Centro Donna Antiviolenza di Comiso, il trasferimento in quei locali per motivi logistici, in quanto la sede di via Righi, area G, non era adatta, come risulta agli atti. Inoltre non abbiamo mai avuto internet né in via Degli Studi né in via Righi. Il signor Vincenzo Maggio, non essendo competente in materia, non sa che per le donne che devono recarsi al centro Donna Antiviolenza, abitando in un piccolo paese come il nostro, è meglio recarsi in una sede poco centrale per non essere viste da nessuno”.

Il centro è rimasto operativo per tutto “il periodo di confinamento, continuando ad offrire regolarmente e gratuitamente i propri servizi alle donne in difficoltà. Infine – ha concluso Lo Presti – ritengo doveroso ringraziare la sindaca per la sensibilità e l’operatività mostrate alle nostre esigenze. Infatti non è mai mancato il suo supporto e dell’Amministrazione comunale alle tematiche, purtroppo sempre attuali della violenza di genere in tutte le sue forme, che come è noto, attraversano tutte le classi sociali indipendentemente dal colore politico”.