Sembra, pare, si sussurra, che sia questa la quadra possibile sull’ormai decotta questione del Governo delle aziende sanitarie. La nomina di nuovi commissari in sostituzione di quelli in scadenza. Ma perché non si nominano direttamente dei direttori generali? Perché il quadro politico è precario, la coperta è corta, le elezioni sono alle porte e le variabili in campo potrebbero cambiare, e quindi la situazione non va cristallizzata, deve essere fluida, rimaneggiabile, transitoria, così nessuno si potrà sentire definitivamente sconfitto e nessuno vincitore.
Dopo le europee si farà magari un tagliando delle forze politiche in campo, dei big sponsor, perché è inutile nasconderlo ogni direzione generale ha dietro uno sponsor individuabile, e magari i pesi dopo le europee saranno diversi rispetto a prima. Inoltre, con la spada di Damocle della conferma potrebbero essere motivati a “sbracciarsi” per le europee.
Sembra che il fatto che ormai le aziende sanitarie siano da anni di fatto gestite, a malapena, per l’ordinaria amministrazione, che ci siano disservizi e liste di attesa infinite, che ormai i medici scappino come degli scattisti dagli ospedali pubblici, tutto questo non riguardi la politica regionale. Lo sguardo al bene comune salute sembra sia ormai orbo. Sarà in lista d’attesa per un intervento alla cataratta.
Così è se vi pare.