La Commissione regionale antimafia si è riunita questa mattina a Favara. Nel primo incontro la Commissione ha sentito in audizione i vertici istituzionali della provincia di Agrigento e dell’autorità giudiziaria.
“Dobbiamo contrastare la cultura dell’indifferenza,” ha dichiarato a margine dell’incontro il presidente della Commissione, il deputato Antonello Cracolici.
“In questo territorio esiste una presenza organizzata sia della mafia che della Stidda, con un sistema di relazioni internazionali. È una mafia che ha cambiato il volto, ma da quello che emerge dall’incontro viene segnalato, così come in altre province siciliane, un utilizzo e un aumento del traffico di stupefacenti, ma emerge anche una scarsissima attività di denuncia sia per quanto riguarda le estorsioni e l’usura. Mi ha colpito sapere che, nella provincia di Agrigento non esiste un’associazione antiracket e le attività vengono sostanzialmente da Palermo”, ha concluso il presidente Cracolici.
Al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza ha partecipato il Prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, che ha ribadito: “Dobbiamo essere messi nelle condizioni di fare qualcosa. Lo Stato c’è, è presente. Però è anche vero che le denunce sono pochissime, anche delle cose più banali come le risse in centro storico ad Agrigento che vengono filmate con i telefonini. Ma denunce e segnalazioni arrivano, se arrivano, molto dopo. Ci vorrebbe un sussulto d’orgoglio che dovrebbe essere posto in essere dalle 43 amministrazioni locali. Un obiettivo su cui tutti dovremmo lavorare perché ogni ambito di questo territorio ha delle fortissime criticità.”
La commissione ha audito poco dopo la magistratura con Salvatore Vella, Procuratore Capo della Repubblica facente funzioni al Tribunale di Agrigento e Roberta Buzzolani Procuratore Capo della Repubblica del Tribunale di Sciacca. Adesso è in corso l’incontro i sindaci del Libero consorzio di Agrigento sulle questioni concernenti le problematiche relative alla criminalità di stampo mafioso nel territorio.
“La scelta della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia a Favara il proprio ciclo di audizioni in provincia di Agrigento non è casuale e non può essere considerata come un fatto meramente burocratico. Lo vediamo, anzi, come una nuova risposta da parte dello Stato a una nostra chiara ed esplicita richiesta di aiuto, consci che i simboli non sconfiggono da soli la mafia, ma sono uno degli strumenti necessari per raggiungere questo obiettivo. Vogliamo credere anche che le più alte cariche civili e militari si possano oggi sentire pienamente a loro agio nella nostra città e all’interno del nostro Comune. Favara ha ancora tanta strada davanti a sé per ‘guarire’ da certi mali. Alla Commissione e alle autorità tornerò a chiedere di sostenere un percorso di cambiamento reale che possa dare speranza a tutti”, ha dichiarato il sindaco di Favara Antonio Palumbo.