Palermo

Comune di Palermo, tweet al veleno dell’assessore sfiduciato Catania

“Una risata vi seppellirà”. Un tweet al veleno quello dell’assessore Giusto Catania, sfiduciato ieri dal Consiglio comunale.

In una nota, Italia Viva Palermo commenta: “Apprendiamo dalle agenzie di stampa che Giusto Catania non avrebbe intenzione di dimettersi e che avrebbe commentato la sua sfiducia con un tweet dove scrive ‘una risata vi seppellirà’.

Che l’assessore alla mobilità fosse attaccato alla poltrona non avevamo dubbi e ci ridiamo su, ma scrivere ‘una risata vi seppellirà’ mentre 1000 famiglie piangono i loro cari perché il Comune da lui amministrato non riesce a seppellirli da oltre un anno è francamente una frase di cattivo gusto”.

La segreteria regionale del Prc Sicilia, invece, esprime la propria solidarietà a Giusto Catania: “Senza entrare nel merito dei percorsi amministrativi e dei conflitti interni alla maggioranza, non c’è dubbio che si è voluto colpire chi ha messo in campo un progetto significativo di sostenibilità della qualità  della vita e di modello della mobilità a misura d’uomo”, dice Mimmo Cosentino, segretario regionale Sicilia.

“La crisi della giunta Orlando e la decomposizione della sua maggioranza richiedono una riflessione autocritica a quanti a sinistra si erano illusi sulla natura positiva della composizione larga della coalizione, nella quale la retorica del civismo è servita per tentare di nascondere le pratiche deleterie del trasformismo che caratterizza disastrosamente le relazioni politiche, in particolare modo al sud, e per mettere assieme programmi incompatibili tra di loro – aggiunge – Per Rifondazione comunista e per le forze politiche e sociali della sinistra alternativa è urgente prendere atto che in questa fase politica, economica, istituzionale è bene investire le proprie energie e competenze, anche in vista degli appuntamenti delle elezioni amministrative e regionali del 2022 al servizio di un progetto unitario di opposizione per la tutela dei diritti sociali e civili, per la gestione pubblica dei beni comuni, per la valorizzazione della loro qualità e della loro fruizione sociale universale”.