PALERMO – In Sicilia il 52% degli scioglimenti degli enti comunali sono avvenuti per infiltrazioni mafiose. Attualmente sono 25 i Comuni dell’Isola commissariati e ben 13 hanno subìto le pressioni della criminalità organizzata. Questo è quanto emerge dal monitoraggio dell’osservatorio sui comuni commissariati a cura della fondazione Openpolis che conferma come nel territorio siciliano vi sia la più alta percentuale a livello nazionale. Seguono altre due regioni del Sud, Calabria (45%) e Puglia (40%).
Nella provincia di Palermo sono tre i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose: San Cipirello il 20 giugno del 2019, Torretta l’8 agosto del 2019 e Mezzojuso il 16 dicembre 2019. Anche nella provincia di Catania sono tre gli enti comunali sciolti per l’ingresso della criminalità organizzata nella macchina amministrativa: Trecastagni l’11 maggio 2018, Misterbianco l’1 ottobre 2019 e Maniace il 16 maggio 2020.
Proprio su quest’ultimo, avvenuto nelle scorse settimane, le verifiche della commissione di accesso traggono origine da alcune inchieste della magistratura (in particolare la c.d. “operazione Nebrodi”) che hanno portato, tra l’altro, al rinvio a giudizio di un assessore per il delitto di associazione di tipo mafioso. La relazione pone in rilievo il clima di intimidazione e omertà che caratterizza la vita locale e le gravi irregolarità nella gestione degli appalti (ad esempio nel settore dei rifiuti), con l’elusione sistematica della normativa del codice antimafia, che ha determinato l’affidamento di lavori e servizi a ditte colpite da interdittiva della prefettura.
L’influenza della mafia è molto forte anche nel territorio di Agrigento e Caltanissetta. Nella prima provincia sono attualmente commissariati i comuni di Camastra dal 13 aprile 2018 e di San Biagio Platani dal 6 agosto 2018. Nel nisseno vi sono il comune di Bompensiere (27 aprile 2018) e di San Cataldo (28 marzo 2019). Per l’ente sancataldese il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga per sei mesi dello scioglimento. Nella provincia di Messina troviamo il comune di Mistretta sciolto il 28 marzo 2019 (e anche per questo è arrivata la proroga di sei mesi dal Governo). A Ragusa è ancora sciolto per mafia dal 2 agosto 2018 il Comune di Vittoria, mentre nella provincia di Siracusa c’è Pachino (dal 15 febbraio 2019).
Ma l’unica motivazione che porta allo scioglimento degli enti locali non riguarda solo le infiltrazioni della criminalità organizzata. Dai conflitti politici nella maggioranza, all’incapacità di approvare il bilancio, altri 12 comuni siciliani per queste cause sono stati affidati ai commissari prefettizi. Ad esempio, poche settimane fa, il Consiglio dei ministri ha deciso lo scioglimento del consiglio comunale di Partinico, dopo le dimissioni del sindaco Maurizio De Luca, depositate il 3 maggio del 2019. Il Comune di Partinico è attualmente gestito dal commissario straordinario, Rosario Arena, nominato dal presidente della Regione con proprio decreto il 18 giugno 2019. Nel gennaio scorso tre ispettori del ministero dell’Interno e un quarto nominato dalla Prefettura di Palermo, hanno avvito gli accertamenti sull’attività amministrativa del consiglio comunale, dell’ex sindaco e del commissario.
Oltre a Partinico, nel palermitano anche il Comune di Termini Imerese è stato sciolto per le dimissioni del sindaco (5 maggio 2019). A Trabia invece non è stato approvato il bilancio (26 agosto 2019). Altro Comune del capoluogo sciolto, ma per l’impossibilità alla surroga dei consiglieri è Gangi (18 aprile 2019). Nella provincia di Catania il Comune di Mascali si è sciolto il 24 ottobre 2018 per la mancata approvazione del bilancio, mentre a San Pietro Clarenza si è dimesso il sindaco (26 agosto 2019). Nel territorio di Messina, il comune di Galati Mamertino non ha più un’amministrazione comunale per le dimissioni dei consiglieri comunali (22 ottobre 2018), stessa storia a Santa Domenica Vittoria (7 dicembre 2019).
A Siracusa nei mesi scorsi (20 febbraio 2020) il Comune si è sciolto per la mancata approvazione del bilancio, mentre l’unico comune della provincia a non avere un’amministrazione è Floridia per la sfiducia al sindaco (29 ottobre 2019). Infine, a Caltanissetta il comune di Serradifalco si è sciolto il 12 novembre 2018 per la mancata approvazione del bilancio, senza dimenticare la provincia di Agrigento dove a Casteltermini è decaduto il primo cittadino.
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