Medicina legale

Comunicare con i social, responsabilità del medico

In quest’epoca di comunicazioni diffuse e tempestive, spesso affidate all’apparente informalità dei social, il peso specifico delle parole del personale sanitario assume un valore importante che non può essere offuscato da leggerezza o trascuratezza.

Un tema che interessa da vicino anche la Società Italiana di Medicina Legale che, su coinvolgimento della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, ha diffuso un documento che fa appunto riferimento all’appropriatezza nella divulgazione della pratica clinica e scientifica via social media.

Diversi gli aspetti messi in evidenza, che vi invito a leggere integralmente su www.simlaweb.it, legati in particolare modo all’esigenza di garantire una produzione di contenuti costruiti sulla base di criteri di riferimento che privilegino e tutelino, contestualmente alla tipologia diffusa e ai canali utilizzati, i fruitori. Si fa pertanto riferimento, tra le altre cose, alla precisazione delle fonti nell’ambito della divulgazione scientifica o al rispetto della legislazione vigente nella veicolazione via web di contenuti clinici.

Particolare attenzione deve poi essere rivolta alla cosiddetta diffusione non scientifica che consente al personale sanitario di comunicare le proprie conoscenze in maniera fruibile anche ai non addetti ai lavori: in questi casi bisogna essere ancora più accorti, se possibile, perché è in questa particolare condivisione di contenuti he s’insidiano gli equivoci che possono portare degli utenti, magari non particolarmente alfabetizzati dal punto di vista sanitario, a travisare i messaggi.