Ha preso il via oggi il nuovo programma lunare Artemis che culminerà verso il 2025 con lo sbarco della prima donna e del prossimo uomo sulla Luna. Veicoli spaziali, moduli abitativi, robot e sistemi di connessione consentiranno di vivere lo spazio in modo sostenibile. E per realizzare questo nuovo, ambizioso obiettivo dell’umanità c’è il meglio dell’industria spaziale concentrato sulle prossime missioni lunari a bordo delle quali salgono anche player storici dell’aerospazio italiano.
Lanciato il razzo Sls di Artemis 1, la prima missione senza equipaggio del programma Artemis, diretta all’orbita lunare. Il lancio dello Space Launch System della Nasa è avvenuto dal Kennesy Space Center a Cape Canaveral. Dopo una lunga attesa, inizia così una missione nella quale anche la tecnologia europea e quella italiana rivestono un ruolo di primo piano
Con il lancio di Artemis 1 si sta concretizzando un piano ambizioso, sviluppato dalla Nasa con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), e una forte partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), a distanza di 50 anni dall’ultima camminata lunare di Eugene Cernan. Il programma Artemis punterà ad una presenza sul suolo lunare sostenibile anche da un punto di vista ambientale e consentirà di fare ricerca per acquisire conoscenze utili anche alla vita sulla Terra, assicurano le agenzie spaziali di Usa, Europa e Italia. Un obiettivo raggiungibile grazie a tecnologie innovative che la collaborazione tra la Nasa e l’Esa può mettere in campo attraverso i rispettivi sistemi industriali e i rispettivi scienziati e tecnologi. Solo il colosso italiano dell’aerospazio Leonardo vede in campo ben 50 suoi esperti.
A livello industriale, grazie a Leonardo e alle joint venture Thales Alenia Space (67% Thales, 33% Leonardo) e Telespazio (67% Leonardo, 33% Thales), nella nuova missione lunare vengono infatti messe a disposizione una serie di competenze distintive nel campo delle infrastrutture, della robotica, dell’intelligenza artificiale e della connettività, oltre a servizi e operazioni che saranno di rilevanza strategica per Artemis, un contributo che si distribuisce tra i diversi elementi del programma. Orion, il veicolo spaziale, oltre alla capsula che ospiterà gli astronauti durante il viaggio della terza missione Artemis, è dotato anche dell’European Service Module (Esm) dell’Esa, il modulo che fornisce elettricità, propulsione, controllo termico, aria e acqua ai viaggiatori e Leonardo, presso lo stabilimento di Nerviano, in provincia di Milano, ha realizzato i pannelli fotovoltaici (Pva) che compongono le quattro ‘ali’ del modulo di servizio. Le ‘ali’ misurano sette metri ciascuna e sono in grado di erogare circa 11kW complessivi per l’alimentazione dell’elettronica di bordo.
Sempre in Lombardia vengono prodotte le unità elettroniche (Pcdu) che servono per il controllo e la distribuzione di energia al veicolo spaziale. Thales Alenia Space ha invece curato la realizzazione della struttura del modulo Esm e dei sottosistemi critici, compreso il sistema per la protezione dai micrometeoriti e il controllo termico. Il Lunar Gateway, la stazione spaziale che orbiterà intorno alla Luna e che offrirà un punto di appoggio importante per i nuovi esploratori, sarà composto da diversi moduli pressurizzati, dove gli astronauti potranno vivere e condurre le loro attività. Thales Alenia Space a Torino realizza: I-Hab, modulo abitativo internazionale; Esprit, il modulo per le comunicazioni e il rifornimento; e infine la struttura primaria di Halo, il modulo abitativo e logistico.
Ma c’è spazio per il futuro oltre agli elementi già realizzati o in fase di sviluppo per Artemis perché una serie di ulteriori elementi e progetti sono richiesti dalle Agenzie spaziali per la creazione di un villaggio, ‘base camp’, che fornirà infrastrutture e servizi ai futuri abitanti lunari. L’obiettivo è creare le migliori condizioni di vita per chi viaggerà sulla Luna per lavoro o svago, e chi invece da qui dovrà partire verso nuove missioni, come ad esempio Marte.
Bracci e trivelle robotiche lavoreranno grazie ad algoritmi e intelligenza artificiale per aiutare l’uomo a scavare e costruire strutture, coltivare piante, estrarre e trasformare le sostanze in acqua e ossigeno o in propellente per lanci dal suolo lunare. Leonardo ricorda così che ricopre un ruolo di leadership nella robotica spaziale, avendo già sviluppato trivelle per missioni di esplorazione di una cometa, di Marte e della Luna stessa, e avendo progettato un complesso braccio robotico per il programma Mars Sample Return. Thales Alenia Space sta invece studiando un ‘lunar shelter’, il primo avamposto pressurizzato che ospiterà gli astronauti sulla superficie, ma anche moduli per il trasporto e la logistica: una struttura pressurizzata polivalente, flessibile ed evolvibile per uno studio Asi (modulo multi-purpose – Mmp). Oltre al rifugio, sono in fase di studio il veicolo di trasferimento cislunare (Cltv) e lo European Lunar Lander (El3), entrambi progetti Esa che potranno offrire supporto alle missioni Artemis con, ad esempio, la fornitura di merci e servizi.