Infrastrutture

“Con Ponte e alta velocità, da Roma a Palermo in 5 ore”: l’ottimismo di Salvini e la verità dei numeri

«A ponte fatto e ad alta velocità completata, da Palermo a Roma in treno ci vorranno 5 ore e mezza anziché le 12 ore di oggi». Così parlò il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nel programma Cinque minuti di Bruno Vespa, mercoledì sera davanti al plastico del Ponte sullo Stretto. Che un attraversamento stabile tra Sicilia e Calabria sia utile per velocizzare lo spostamento di persone e merci da e per l’isola lo sostengono innumerevoli studi scientifici. Su quale sia questo vantaggio in termini reali di tempo, però, è bene fare chiarezza. Stando ai programmi messi nero su bianco dal gruppo Ferrovie dello Stato, quando tutti i lavori saranno ultimati (alta velocità nelle due Regioni e Ponte sullo Stretto), il tempo di percorrenza tra Roma e Palermo sarà comunque di sette ore e non, con rammarico dei siciliani, di cinque ore e mezza come sostenuto dal vicepremier Salvini, forse travolto da una ventata di eccessivo ottimismo.

Un dato, tra quelli forniti dal ministro dei Trasporti, è esatto: oggi andare da Palermo a Roma comporta un viaggio in treno di circa 12 ore e mezza. Guardiamo allo scenario previsto alla fine dei lavori per la velocizzazione della rete ferroviaria Palermo-Catania-Messina, e cioè il 2030.

Il tempo per percorrere la Sicilia

Al momento non risultano né progetti definitivi né tantomeno finanziamenti per completare il raddoppio della linea diretta da Palermo a Messina. Oggi per andare dal capoluogo alla città dello Stretto in treno servono circa 2 ore e 50 minuti. Così, quando si guarda agli spostamenti da Palermo a Roma tra sette anni, sia da Ferrovie che dal mondo politico si indica nell’itinerario che passa da Catania quello più rapido. Facciamo i conti: da Palermo a Catania ci vorranno due ore, da Catania a Messina 45 minuti. Totale 2 ore e 45 minuti.

L’attraversamento del Ponte

Una volta sullo Stretto, il treno andrebbe a prendere il nuovissimo Ponte, messo in funzione, stando alle stime odierne, tra 2029 e 2030. L’ingresso del Ponte dal lato siciliano si troverà nella zona di Capo Peloro, estrema punta a Nord dell’isola. Ipotizziamo che l’attraversamento comporti 15 minuti. Un notevole risparmio di tempo considerato che oggi smontare i vagoni, imbarcarli sul traghetto, smontarli e rimetterli sui binari porta via oltre un’ora e mezza.

L’alta velocità in Calabria

Siamo arrivati a Reggio Calabria. Affrontiamo quindi il tema dell’alta velocità calabrese. Questa, secondo i progetti di Ferrovie, dovrebbe essere una vera alta velocità con punte di 300 chilometri orari come nel resto d’Italia, a differenza dell’alta capacità siciliana che si fermerà a 200 chilometri orari. Nella migliore delle ipotesi, scrive Fsi nella scheda del progetto, «al completamento di tutta l’opera, il tempo di percorrenza Roma-Reggio Calabria sarà riducibile sino a 4 ore». Riepiloghiamo: 2 ore da Palermo a Catania, 45 minuti da Catania a Messina, 15 minuti di Ponte e 4 ore da Reggio Calabria a Roma. Totale 7 ore. Il viaggio da Catania a Roma, invece, potrebbe durare effettivamente 5 ore ed essere un’alternativa competitiva all’aereo.

C’è infine un enorme punto interrogativo sull’alta velocità calabrese. Il primo problema è che del progetto di AV da Salerno a Reggio Calabria sono stati finanziati (lo scorso dicembre) solo i primi due lotti, da Battipaglia a Praja. Ed è in corso il “Dibattito pubblico” (previsto dalla normativa per coinvolgere enti, professionisti e cittadinanza) su questi progetti. Da Cosenza in giù in larga parte la copertura finanziaria non c’è ancora. Non solo. Anche in questo caso monta la protesta per l’ipotesi di tracciato che, secondo il progetto di Ferrovie, non ricalcherebbe quello attuale che corre sulla costa ionica, ma devierebbe verso l’interno e il Pollino per toccare Cosenza. Una deviazione che farebbe dell’alta velocità calabrese un caso unico: anziché ridurre l’attuale chilometraggio, lo allungherebbe di ben 60 chilometri, portandolo dagli odierni 390 chilometri a 450. Da un lato si riducono i tempi velocizzando la linea, dall’altro si dilatano allungandola. L’ultimo scherzo di cattivo gusto riservato al Sud.