Concorsi

Concorsi pubblici e il caos delle domande errate: concorrenti assunti grazie ai ricorsi

Graduatorie falsate e candidati esclusi ingiustamente o relegati a posizioni più basse. La presenza di domande errate o fuorvianti nei concorsi pubblici è un’annosa vicenda che comporta spesso una sfilza di ricorsi, ritardi e sospensioni delle procedure concorsuali, o a stravolgimenti delle graduatorie. È il caso di tre grandi concorsi (ministero della Giustizia, Ufficio del Processo e ministero dell’Istruzione), a cui hanno preso parte migliaia di candidati, terminati davanti a un giudice che ha stabilito non solo l’aggiornamento del punteggio ma anche l’assunzione di alcuni di loro, rimasti in un primo momento fuori, proprio a causa della presenza di quesiti errati.

“Non possiamo che essere felici per i risultati raggiunti dai nostri ricorrenti – spiegano Francesco Leone e Simona Fell, soci fondatori dello studio legale Leone – Fell & C. – a maggior ragione che le nostre azioni hanno portato poi anche a traguardi importanti, come l’assunzione. Questo però deve far riflettere sulle modalità di svolgimento dei concorsi pubblici. Come si può pensare di selezionare i migliori se già i test somministrati contengono errori? E non è neanche corretto che, oggi, per ottenere il posto spettante, si debba necessariamente ricorrere in giudizio! La macchina che gestisce i concorsi pubblici – concludono i legali – va rivista, per garantire davvero meritocrazia e parità di trattamento”.

L’assunzione dopo i ricorsi

Una serie di domande annullate alla prova scritta del concorso per 5410 unità al ministero della Giustizia ha portato persino all’assunzione di alcuni ricorrenti che in un primo tempo non avevano raggiunto il punteggio necessario per ottenere l’incarico desiderato. Una delle ultime domande contestate riguardava il numero di fasi del procedimento di revisione costituzionale, ma tra le opzioni mancava la risposta esatta! Scrivono i giudici: “Secondo una lettura più che rigorosa le fasi da considerare sarebbero (addirittura) sei (opzione non presente nel quesito). In accoglimento del ricorso, dal punteggio riportato dal ricorrente va eliminata la penalità e aggiunto il punteggio relativo alla risposta esatta”.

Con l’aggiornamento del punteggio, il ricorrente ha raggiunto un posto in graduatoria che gli è valso anche l’assunzione.
Stesso discorso anche per il concorso bandito per l’assunzione di 8.171 addetti all’Ufficio del processo. Anche in questo caso diverse domande erano errate e venivano considerate dalla matrice come corrette opzioni di risposta sbagliate. E anche in questo caso, un ricorrente ha ottenuto, grazie a un ricorso, l’aggiornamento del proprio punteggio e l’assunzione dall’amministrazione.

Infine, anche per il concorso per 304 funzionari al ministero dell’Istruzione, i giudici amministrativi hanno confermato la presenza di domande errate, obbligando l’amministrazione all’aggiornamento del punteggio e a inserire il ricorrente nella corretta posizione della graduatoria. Un aumento che non gli è fruttato l’assunzione, bensì un miglior piazzamento in vista di futuri scorrimenti. Si tratta di una vittoria importante in quanto è la prima ottenuta in un procedimento che contesta le domande situazionali, domande che, a differenza dei tradizionali quiz volti a testare le conoscenze dei candidati, mirano a valutare le soft skills richieste per ricoprire una determinata posizione lavorativa.