Cronaca

Stupro al Foro Italico, ecco le condanne richieste dalla Procura per gli indagati

La Procura chiede condanne pesanti per gli indagati per lo stupro di gruppo avvenuto ai danni di una giovane al Foro Italico di Palermo.

Le richieste di condanna, infatti, prevedono un totale di 70 anni di carcere per i 6 giovani indagati.

Stupro di gruppo del Foro Italico a Palermo, le condanne richieste

Queste sono le richieste di condanna per gli indagati per lo stupro di gruppo: 12 anni ciascuno per Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone ed Elio Arnao; 10 anni e 8 mesi per Samuele La Grassa. Tali richieste tengono conto sia dell’aumento per le aggravanti contestate per l’abuso sessuale avvenuto nel 2023 sia della riduzione di un terzo prevista per la scelta del rito abbreviato.

Il settimo indagato, all’epoca dei fatti minorenne, ha già ricevuto una condanna di 8 anni e 8 mesi.

La ricostruzione

La 19enne protagonista della terribile vicenda aveva denunciato lo stupro di gruppo poche ore dopo che era avvenuto ai carabinieri. In base al suo racconto, il “branco” l’avrebbe fatta ubriacare per poi stuprarla e lasciarla in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Anche delle intercettazioni e un presunto video, emersi poco dopo l’inizio delle indagini sull’episodio di violenza sessuale, confermerebbero l’avvenuto rapporto.

“Ieri sera se ci penso un po’ mi viene lo schifo perché eravamo cento cani sopra una gatta. Una cosa così solo nei film porno l’avevo vista. Eravamo troppi, sinceramente mi sono schifiato un po’, ma che dovevo fare? La carne è carne”, è il commento attribuito a Flores, uno degli indagati.

La lettera

Negli scorsi giorni è stata resa pubblica la lettera di uno degli indagati per lo stupro di gruppo, Cristian Maronia. Nel messaggio, il giovane chiede scusa alle donne della sua vita (madre, sorella e fidanzata) per “avergli creato questo disagio e questa vergogna”.

“È da un anno che sono stato catapultato in un posto ostile che non fa parte di me o della mia vita, è da un anno che vivo con la paura ma soprattutto con la vergogna e con un peso sulle spalle che non riesco a reggere più; è da un anno che la mia vita è come se fosse aggrappata a una corda, sentendomi sospeso nel vuoto, con la speranza che qualcuno mi venga a salvare”, ha scritto ancora il giovane.

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