ROMA – La ripresa prosegue più lentamente del previsto per i consumi, in calo del 7,3% rispetto al 2019: il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non avverrà prima del 2023.
È quanto emerge dal consuntivo 2021 elaborato dall’Ufficio Studi di Confcommercio.
“Per una ripresa più robusta – si legge nella nota diffusa – bisognerà, dunque, attendere condizioni macroeconomiche più favorevoli, anche perché la nuova ondata pandemica, con le conseguenti restrizioni e, soprattutto, l’accelerazione inflazionistica innescata dai prezzi delle materie prime, rischiano di bloccare l’ampio potenziale di consumo delle famiglie italiane: l’eccesso di risparmio forzoso e precauzionale accumulato negli ultimi due anni difficilmente troverà sbocchi favorevoli in condizioni di nuova incertezza pandemica e inflazionistica”.
“In questo contesto è indispensabile sostenere in particolare le componenti della filiera turistica e le sue estensioni alla convivialità e alla cultura adottando misure sugli ammortizzatori sociali, senza aggravi di costo per le imprese, e sull’accesso al credito, ma anche interventi fiscali e contributi a fondo perduto parametrati alle perdite subite” prosegue l’Ufficio studi di Confcommercio.