Economia

Confcommercio: “Pil, indicatori puntano al ribasso”

ROMA – “Ancora una volta l’ottimismo della volontà non ha aiutato”. “Tutti gli indicatori puntano al ribasso” e “la paventata recessione (tecnica) dell’economia italiana potrebbe essere certificata già nel primo quarto dell’anno in corso”.
è il giudizio contenuto nella ‘Congiuntura’ di Confcommercio, che si basa sulle indicazioni tendenziali di gennaio e febbraio del Pil (-0,4% e -0,6%). Produzione industriale, consumi e occupazione “puntano tutti, e coerentemente, al ribasso”, si legge nel documento.
“Per il rimbalzo, insomma, bisogna attendere. Forse nel secondo trimestre, coronavirus permettendo”, afferma Confcommercio. “è vero che l’economia mondiale sa trovare strade nuove per produrre in luoghi e in modi differenti dal passato. La tecnologia aiuta l’adattamento. Ma ci vuole tempo per realizzare aggiustamenti adeguati”.
E poi, secondo l’associazione, “non è detto che tutto quanto perso in termini di investimenti e, soprattutto, di consumi sarà completamente recuperato. L’Italia resta esposta a shock avversi provenienti dall’esterno. Il turismo ne è l’espressione più immediata. Tutto ciò dentro una produttività strutturalmente insufficiente”.
Più ottimistica la visione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che a proposito del Pil, ha detto: “I nostri indicatori ci danno per gennaio, fortunatamente, una situazione di ripresa e recupero” con la produzione che “dovrebbe salire” e, di conseguenza anche il Pil, “però dobbiamo sapere quanto”. “Parliamo di un rimbalzo a gennaio e siamo fiduciosi che l’economia possa ripartire”.

Sulle clausole di salvaguardia, poi, Gualtieri si è detto certo che nel 2021 potranno essere disattivate e che ci saranno le condizioni per non aumentare l’Iva per finanziare la riforma dell’Irpef. “Ci può essere qualche
rimodulazione in qualche settore, ma non è nostra intenzione fare
cassa”, ha aggiunto.

La Commissione europea, intanto ha pubblicato le previsioni economiche ed ha stimato una crescita del Pil in Italia che dovrebbe attestarsi sullo 0,3% nel 2020, e dello 0,6% per il 2021.

“In base ai dati trimestrali – si legge nelle previsioni -, l’economia italiana è cresciuta dello 0,2% nel 2019. Dopo quattro trimestri di attività economica in lenta crescita, il Pil reale in Italia è diminuito dello 0,3% nell’ultimo trimestre, secondo le stime preliminari dell’Istat”.

“La produzione è calata sia in agricoltura che nell’industria, mentre è rimasta stagnante nel settore dei servizi. L’indicatore del clima economico è rimasto smorzato nel contesto della fragilità dell’ambiente esterno, e questo ha pesando sul commercio e sulle attività di investimento”.

Tuttavia, “i sondaggi nelle imprese suggeriscono un lento avvio nel 2020. La fiducia nell’industria è migliorata a gennaio, ma non questo non suggerisce ancora una ripresa imminente per la produzione industriale. L’attività nei servizi, non non influenzata dal debole ciclo industriale, dovrebbe sostenere la crescita del Pil reale nel breve termine”.

Inoltre, “la stabilizzazione provvisoria della produzione manifatturiera, associata al nuovo ciclo di inventario, insieme – nota la Commissione – a una ridotta incertezza politica interna e alle condizioni di finanziamento favorevoli sosterranno probabilmente la domanda interna oltre il breve termine”.