Economia

Confcommercio, recupero turismo e servizi creativi, crollano autoveicoli

Pil e consumi in rallentamento. A lanciare l’allarme è Confcommercio nel suo report di ottobre sulla congiuntura economica.

“Dopo le profonde oscillazioni al rialzo osservate in primavera e in estate – scrive -, la ripresa italiana si avvia a una fase di normalizzazione, anche se sono prevedibili ulteriori rimbalzi statistici per la fine dell`anno in corso. Nel mese di settembre il recupero dei consumi si è concentrato principalmente sui servizi, mentre per i beni, conseguenza anche di una situazione complicata nel comparto auto, la domanda ha mostrato segnali di decelerazione. L`ICC indica, nel confronto annuo, una variazione dello 0,8%, il dato più basso da marzo, confermando qualche difficoltà da parte delle famiglie nel restituire pieno smalto al profilo della spesa”.

“La minore tonicità dei consumi associata al persistere di disfunzioni sul versante produttivo, comincia a determinare dinamiche del PIL più contenute – aggiunge Confcommercio -. Nel mese di ottobre, stando alle nostre stime, questo indicatore dovrebbe registrare una crescita dello 0,1% su settembre e del 4,1% nel confronto annuo. Dunque, la parte finale del 2021, seppure caratterizzata da una crescita diffusa sembra mostrare la compresenza di una molteplicità di fattori frenanti, anche in relazione allo scenario internazionale, sia per le strozzature presenti nei sistemi di approvvigionamento sia per la ripresa del processo inflazionistico, oggi non più semplicisticamente derubricato a meramente transitorio. Inoltre, i ritardi delle campagne di vaccinazione in molte aree svantaggiate del mondo rappresentano un rischio concreto di non riuscire a debellare la pandemia in modo definitivo e in tempi ragionevoli”.

“L`accelerazione nella crescita dei prezzi non risparmia l`Italia, passata in pochi mesi dalla deflazione a un`inflazione prossima o superiore al 3%. Stimiamo, infatti, per il mese di ottobre un incremento dei prezzi al consumo dello 0,8% su base mensile e del 3,3% su base annua – conclude -. Al di là dell`importante contributo fornito dalla componente energetica, regolamentata e non, si cominciano a notare alcuni movimenti anche nei prezzi di altri beni e servizi”.