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I consigli dei nutrizionisti “Così la merenda diventa momento di condivisione”

MILANO – Bimbi a casa da scuola per settimane e genitori in preda alla necessità di ripensare l’intera organizzazione familiare. Tra le incombenze quotidiane di queste settimane di emergenza coronavirus c’è sicuramente quella di pensare ai pasti per tutta la famiglia. A partire dal pranzo per finire con la merenda. Proprio quest’ultima può diventare un’occasione per condividere con i propri figli scelte alimentari sane ma anche un momento di serenità. Come spiega la dottoressa Maria Rita Spreghini, nutrizionista e pedagogista dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

“La merenda a casa in questi giorni rappresenta un momento di dialogo e di confronto tra genitori e figli, un’opportunità per educare i più piccoli a seguire alcune regole che possono migliorare la loro alimentazione. È utilissima per non arrivare troppo affamati al pasto successivo e per non cadere nella tentazione dei fuori pasto disordinati e poco sani”. Preparare la merenda insieme secondo la dottoressa Spreghini “è il modo più utile per capire le porzioni e cosa scegliere: per questo è consigliabile far sì che i bambini entrino in cucina e che siano presenti nel momento in cui si sceglie cosa mangiare. Preparare e consumare insieme una macedonia di frutta, un piccolo panino, dei biscotti, una piccola fetta di crostata o ciambellone o una merendina da forno confezionata è un modo perché il bambino apprenda con l’esempio cosa sia più giusto mangiare in quel momento della giornata”.

Sul sito www.merendineitaliane.it, l’Unione italiana Food ha pubblicato “Facciamo Merenda”: un vademecum per fare cultura su questo momento di consumo, realizzato in collaborazione con l’Istituto Bambino Gesù per la Salute del bambino e dell’adolescente. Al suo interno un manifesto che in otto parole definisce questo spuntino tipicamente italiano e un planning settimanale, rivolto ai genitori, con 56 abbinamenti divisi per 4 fasce d’età.

“Alla base di una corretta alimentazione in tutte le età ed in particolare in età pediatrica – afferma Giuseppe Morino, responsabile Unità operativa Educazione alimentare Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – vi è la varietà che per le merende può essere rappresentata da proposte dolci alternate a quelle salate, diverse ogni giorno, almeno nell’arco di una settimana. Due merende giornaliere varie e nutrizionalmente adeguate rappresentano un contributo necessario ad una crescita armonica, senza favorire il sovrappeso o patologie metaboliche ad esso correlate”

E se la frutta è il caposaldo della merenda e va consumata tutti i giorni, per l’Istituto Bambino Gesù per la salute del bambino e dell’adolescente un consumo moderato a merenda di una fetta di dolce fatto in casa o di una merendina per una o due volte a settimana è una scelta compatibile con le esigenze di bambini e ragazzi.