BALESTRATE (PA) – Niente da fare, almeno per il momento, in merito alla sfiducia a presidente e vice presidente del Consiglio comunale. L’opposizione ha ricevuto lo stop dagli uffici durante il dibattito in Aula, in quanto l’atto è stato presentato sotto forma di mozione e non di delibera e dunque, anche se approvato, sarebbe stato inficiato nella sua regolarità.
Documento quindi ritirato tra le polemiche, con la minoranza che ha già preannunciato di voler tornare alla carica ripresentando comunque un nuovo provvedimento.
Curioso è il fatto che a sollevare la questione sia stata, paradossalmente, proprio la stessa coalizione di minoranza in apertura del punto all’ordine del giorno. In particolare, il consigliere Tonino Palazzolo – tra i cinque firmatari insieme a Giuseppe Curcurù, Piera Chiarenza, Mimmo Cavataio e Guido De Amicis – ha chiesto al vice segretario comunale se fosse stato necessario predisporre una deliberazione per la mozione, così come previsto da regolamento. Lo stesso funzionario comunale ha confermato come la mozione fosse manchevole di questa proposta deliberativa e la questione ha finito per sollevare un vespaio di polemiche.
“Sono stupito di quanto accaduto – ha evidenziato in Aula il consigliere Curcurù tirando in ballo gli uffici comunale – in quanto a mio parere si stanno utilizzando mezzucci. Il vice segretario avrebbe dovuto informare i consiglieri circa il difetto della mozione ed eventualmente farla correggere. Non sono tenuto a conoscere il regolamento e mi meraviglio che ciò venga affermato proprio dal vice segretario”.
“Erano state date indicazioni diverse – ha aggiunto il consigliere Cavataio – e avrebbero dovuto essere gli uffici a predisporre la deliberazione”.
Dopo una sospensione di qualche minuto dei lavori, al rientro è stato deciso di rinviare la sfiducia.
Al presidente Francesco Vitale e alla sua vice Filippa D’Anna vengono contestate una serie di presunte irregolarità nello svolgimento delle loro funzioni che, a detta dei consiglieri d’opposizione, non hanno garantito un ruolo super partes. Le maggiori critiche sono rivolte a Vitale, accusato persino di non aver rispettato in alcuni frangenti il regolamento. A essere elencate una sfilza di presunte violazioni etiche e istituzionali: “Ha spesso condotto i lavori del Consiglio comunale – hanno scritto i consiglieri nel documento presentato per la sfiducia – con discutibile autorevolezza di ruolo; riguardo alla organizzazione dei lavori del Consiglio comunale ha scelto sempre di votare a favore delle opzioni della maggioranza, anche in quelle occasioni in cui una sua astensione sarebbe stata doverosa a dimostrazione della sua imparzialità; in diverse occasioni ha manifestato atteggiamenti e comportamenti che non hanno garantito il ruolo istituzionale dei gruppi di minoranza; ha rifiutato l’accoglimento di una richiesta di discussione sulla crisi politica in atto nella maggioranza a sostegno dell’attuale sindaco, abusando chiaramente delle sue prerogative; non ha sempre rispettato il ‘Regolamento del Consiglio comunale’ in merito alla calendarizzazione di argomenti presentati dalle minoranze, nonostante i numerosi solleciti; non ha permesso recentemente la convocazione in urgenza di un Consiglio comunale richiesto dalle minoranze non adducendo una motivazione sulla mancata convocazione, nonostante il continuo sollecito dei gruppi consiliari di minoranza e la richiesta di chiarimenti a tal proposito”.
Su Balestrate, tra l’altro, c’è persino un precedente: nel 2004 vennero infatti sfiduciati gli allora presidente e vice dell’assise, Benedetto Lo Piccolo e Filippo Musso. I due fecero anche ricorso al Tar, che però non accolse nemmeno la sospensiva del provvedimento di sfiducia, motivando che non vi fossero danni arrecati all’Ente.