Lavoro

Consulenti del lavoro, in moto la macchina in vista della nuova sessione di esami

PALERMO – È stata pubblicata la commissione d’esami che valuterà gli aspiranti all’abilitazione (ancora da decidere la data degli esami) come consulente del lavoro. La commissione è composta da 7 componenti titolari. Il presidente è l’ingegnere Venerando Conti, dirigente dell’ispettorato territoriale al lavoro di Messina; i componenti effettivi sono il docente di materie giuridiche ed economiche Roberto Lo Vullo, il direttore della sede provinciale dell’Inps di Messina Marcello Mastrojeni, il dirigente della direzione Inail di Caltanissetta-Enna Filippo Buscemi, e i consulenti del Lavoro Pietro Carlino, di Canicattì, Sonia Sollami di Caltanissetta e Salvatore Miceli di Valderice. In caso di assenza dei titolari, sono stati nominati i supplenti: l’ingegnere Claudio Pasquale Cortese quale eventuale presidente, il professor Ruvolo Salvatore, la dottoressa Valeria Barbara Fabriano, la dottoressa Diana Artuso e i consulenti Enrico Vetrano, Leandro Giuseppe Sollani e Valentina Putuggio.

La prova è conosciuta come impegnativa, come dimostra il fatto che in molti, negli scorsi anni, non sono riusciti a superarla. Lo scorso anno su 191 che hanno svolto la prova scritta, solo 112 sono stati ammessi ai successivi orali, mentre in 79 si sono visti cassare la prova come insufficiente.

Un altro momento topico, per i laureati che vogliono accedere alla professione, l’ultimo passaggio che va a completare il percorso di studi per lo svolgimento di una professione sempre più richiesta dalle imprese siciliane, centrale nella mediazione tra domanda e offerta di lavoro, nella formazione e nella riqualificazione, che rende l’avvio di una nuova attività o lo sviluppo di quelle già esistenti più agevole ed efficace in termini organizzativi e di guadagno, fornendo la giusta consulenza sulla legislazione vigente e su tutto ciò che deve essere ottemperato per poter lavorare in maniera regolare.

Nella sola Sicilia operano oltre mille e 500 consulenti, un numero non indifferente ma ancora esiguo per una clientela di circa 14 mila imprese sempre più bisognose di competere sul mercato attraverso l’inserimento di risorse qualificate, che sappiano muoversi nel mondo dei bandi e della legislazione in continua evoluzione del mondo del lavoro.

Proprio per rispondere alle necessità del mercato in maniera più organica ed efficace, da qualche anno è nata la Fondazione Consulenti per il Lavoro che, in collaborazione con Italia Lavoro (Agenzia del ministero del Lavoro), sta cercando di offrire un servizio ai lavoratori e alle imprese per tutto ciò per cui la figura del consulente del lavoro è ormai diventata indispensabile. Una grande occasione di crescita della categoria ma, soprattutto, una grande opportunità per lo sviluppo dell’occupazione a livello locale e nazionale. Non è un caso, ma una scelta di competenza e preparazione, che dal 2008, i consulenti del lavoro necessitano della laurea per potersi abilitare alla professione, come prescritto da un decreto del governo nazionale. Era dal 1994 infatti che l’Unione europea aveva aperto una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano proprio per il titolo di studio dei consulenti del lavoro, professione per la quale bastava prima un semplice diploma. Ma sino al 2007 non si era riusciti a colmare questa lacuna.

L’inserimento dell’obbligo della laurea parte dal presupposto che il consulente del lavoro è una professione delicata che richiede un bagaglio culturale e professionale importante.