Consumo

Consumi, novembre nero per la Sicilia

PALERMO – Dopo un periodo in lenta ma costante risalita, nuova brusca frenata sui consumi in Sicilia. Secondo il consueto report mensile a cura di dell’Osservatorio permanente Confimprese-EY, l’isola chiude il penultimo mese dell’anno con un trend negativo (-7,6%), anche se fa meno peggio tra tutte le regioni italiane, ad eccezione della Puglia, unica a chiudere in positivo (+6,5%). Dati negativi confermati anche nell’analisi per province con Catania che chiude a -6% e Palermo addirittura a -13,7%. “Nelle aree geografiche – ha spiegato, in esclusiva al QdS, Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese, è sempre il Sud a soffrire meno, sia nel mese (-5%) sia nel progressivo anno (-15%) vs 2019”.

“Anche la Sicilia – ha aggiunto – segue l’andamento delle altre regioni meridionali e, seppure in negativo, chiude a -7,6% su novembre 2019. Il benchmark tiene conto del 2019 come anno di riferimento, in quanto il confronto col novembre 2020 non darebbe un quadro veritiero e corretto per via delle restrizioni applicate durante l’emergenza pandemica a fine 2020. Anche Palermo fa segnare -13%, una flessione double digit, che tuttavia è migliore rispetto alle altre città italiane, e ciò si spiega con l’andamento della campagna vaccinale. La Sicilia è infatti settima per nuovi casi in Italia, ma raggiunge in novembre il 77,26% di vaccinati sulla media Italia che è pari all’84,5%”.

In attesa dei numeri di dicembre, per la Sicilia si va a chiudere un anno dei consumi sulle montagne russe, con alti e bassi frequenti. La pandemia ha sicuramente pesato sull’andamento del mercato ma non è stato l’unico fattore. “La Sicilia è lo specchio dell’Italia “– ha detto Maiocchi. “Da quando è scoppiata la pandemia, a parte, i primi tre mesi di lockdown in cui abbiamo avuto un abbattimento dei fatturati pari anche al 90% soprattutto per la ristorazione e l’abbagliamento, in tutti i mesi successivi c’è stato un continuo up&down dei consumi, dovuto soprattutto al clima di incertezza sull’effettiva ripresa economica e di paura legata all’emergenza sanitaria. La Sicilia è partita male all’inizio dell’anno con un -69% a gennaio 2021 rispetto a gennaio 2020 e -20% a febbraio, mesi in cui non ancora scoppiato il Covid, ma si è via via stabilizzata arrivando in positivo a giugno con +13,4% vs giugno 2020, luglio +2%, agosto -1,2%, settembre -1% e a ottobre con un ottimo +19,4%”.

“Certo, la pandemia non è la solo causa, – ha sottolineato ancora il direttore del Centro Studi Confimprese – anche se la principale, dell’andamento discontinuo dei consumi. Che si spiega anche con il fatto che le regioni e le amministrazioni meridionali non hanno fin qui brillato nell’utilizzo delle ingenti risorse assegnate in passato. Tuttavia, grazie alla riserva del 40% a favore del Meridione per tutti gli interventi finanziati con il Pnrr, ci troviamo alla vigilia di una potenziale nuova stagione di crescita. Gli analisti stimano una crescita del 12% del Pil meridionale nei prossimi tre anni, meno del Centro-nord che dovrebbe raggiungere un + 16%. Il divario fra le due macroaree italiane continuerebbe ad aumentare, ma un rimbalzo del Sud sarebbe un ottimo risultato per l’intero Paese”.

Il 2022 sarà subito un banco di prova importante per l’andamento dei consumi. La Sicilia, infatti, farà da apripista il 2 gennaio, alla stagione dei saldi invernali. Ma sulla voglia di spendere, però, incombono i rincari previsti su energia e gas, che potrebbero mettere il freno a mano sulle tasche dei consumatori.

“Saranno sicuramente un’occasione per dare subito slancio ai consumi. I saldi partiranno in Sicilia e in quasi tutte le regioni ai primi di gennaio e su di essi le nostre aziende retail ripongono molte attese, anche se le promozioni e il Black Friday che è iniziato con scontistiche già nelle settimane precedenti al 26 novembre, ha comunque influito sullo shopping in generale. C’è da sperare che i saldi portino, comunque, una boccata d’ossigeno al commercio e inducano i milioni di italiani, che hanno risparmiato molto a causa del lockdown forzato, a mettere mano al portafoglio”.

“Sul Paese – ha concluso Maiocchi – pesano la situazione pandemica, l’inflazione, il caro prezzi delle materie prime e il caro bollette. Tuttavia, dagli scambi con le nostre aziende associate registriamo un trend più positivo verso il 2022. Ci auguriamo che la spinta finale dei saldi possa portare a un miglioramento generale della spesa”.