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Conte leader, statuto valido. M5s prova a risalire la china

ROMA – Il giudice del Tribunale civile di Napoli ha legittimato la leadership di Giuseppe Conte rigettando il ricorso di merito di alcuni attivisti campani del Movimento 5 stelle contro le modalità di svolgimento delle votazioni per l’approvazione delle modifiche allo statuto e la conseguente elezione del nuovo presidente. Lo statuto, in base alla nuova pronuncia, è in vigore e il leader confermato, a questo punto anche in sede giurisdizionale.

Conte leader legittimo

L’8 marzo scorso lo stesso Tribunale aveva rigettato il ricorso presentato dai vertici stellati per la revoca dell’ordinanza di sospensione dello statuto e della nomina di Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio, tuttavia, aveva fatto ripetere la votazione ed era stato rieletto il 28 marzo scorso con il 94,19% dei voti. Una sentenza che arriva in un momento in cui il Movimento è in affanno, perché le ultime elezioni non hanno premiato l’alleanza tra i pentastellati e il Pd e sono alle porte le elezioni regionali. Molti del Movimento hanno espresso soddisfazione tra cui la sottosegretaria all’istruzione e senatrice Barbara Floridia. “Adesso non c’è più tempo per esitare, basta recriminazioni, basta polemiche utili solo a chi ci vuole fuori dal sistema politico – ha detto -. Abbiamo una montagna da scalare, e non mi riferisco alle prossime elezioni. Il Movimento 5 Stelle resta l’unica forza politica capace di portare avanti con forza e determinazione i temi della giustizia sociale e climatica, dei diritti civili ed economici, dei beni comuni, della scuola e della sanità pubblica, dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, e di tutti coloro che fino al nostro ingresso nella politica erano da sempre relegati ai margini dell’agenda politica italiana. Sono convinta che siamo sulla buona strada”.

I ricorrenti hanno 15 giorni per proporre reclamo

La decisione di oggi non esaurisce però il contenzioso giurisdizionale sulla riforma interna del M5S: i ricorrenti hanno 15 giorni per proporre reclamo. La fase di merito vedrà la prima udienza tenersi il 13 settembre, anche se il giudice difficilmente potrà ignorare il suo pronunciamento odierno. Conte però dovrà affrontare l’ostacolo posto dal presidente di Italia Viva Ettore Rosato che non è favorevole ad una alleanza in cui si trova anche il Movimento Cinquestelle. “La cosidetta generosità del Pd è un argomento su cui possiamo scrivere un libro. Quel che è certo è che entrare in un campo largo con i 5stelle è per noi impossibile – ha detto Rosato -. Non poniamo veti, ma i fatti parlano chiaro, eravamo nel Conte 2 insieme e a quel governo abbiamo staccato la spina per una totale incompatibilità politica, la pensiamo diversamente su tutto dalla giustizia al fisco, dalle infrastrutture al reddito di cittadinanza”. Conte non perde tempo ed ha già annunciato la riorganizzazione territoriale del Movimento, nominando i coordinatori regionali che avranno il compito di sostenere i gruppi territoriali.

Il senatore Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle e già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Governo Conte II: “Da oggi non ci sarà più spazio per le polemiche che per mesi hanno attanagliato e rallentato la l’azione politica del MoVimento 5 Stelle – ha detto Turco -. Le fragilità emerse in occasione delle ultime Amministrative, in combinazione con l’odierna sentenza, non possono che accelerare la fase operativa della nostra ripartenza. È il momento di partire dai territori per comunicare quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da realizzare, nell’interesse comune di costruire un Paese più giusto, inclusivo e sostenibile”.

La senatrice e capogruppo Pd al Senato Simona Malpezzi difende l’alleanza con i Cinquestelle. “È inconfutabile che il Pd risulta essere il primo partito d’Italia – ha detto – Col M5S va bene, stiamo lavorando bene con loro. Ragioniamo con loro come con tutti, non è il calo alle amministrative che interrompe la collaborazione”.