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Conto alla rovescia per il razzo Vega che porterà in orbita 53 nanosatelliti

ROMA – Il lancio del Vega, inizialmente previsto per il 18 giugno, è stato rinviato a causa delle sfavorevoli condizioni del vento ad alta quota sul Guyana Space Center. La missione VV16 sarà dunque lanciata oggi alle 22,51 ora di Kourou (in Italia le 3,51 di domani). Il veicolo di lancio Vega e i suoi 53 carichi utili, come precisato da Arianespace, sono in condizioni stabili e sicure.

Per il lanciatore europeo costruito da Avio nello stabilimento di Colleferro, alle porte di Roma, si tratta della prima missione del 2020, che segna anche il ritorno sulla rampa del vettore dopo l’incidente del luglio 2019 che ha portato al fallimento del lancio, il primo dopo 14 successi consecutivi. Per questa missione Vega sarà equipaggiato con il nuovo dispenser europeo Ssms (Small spacecraft mission service), il dispenser europeo in grado di portare in orbita un gran numero di micro e nanosatelliti, pensato per venire incontro alle esigenze di questa fetta di mercato, di clienti sia istituzionali che commerciali, abbassando anche considerevolmente i costi di lancio.

Grazie a Ssms Vega porterà in orbita ben 53 tra micro e nanosatelliti a beneficio di 21 clienti di 13 Paesi. In particolare in configurazione “rideshare” il lanciatore di Avio trasporterà sette microsatelliti del peso da 15 a 150 kg, insieme a 46 CubeSats più piccoli destinati a varie applicazioni, tra cui l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni, la scienza, la tecnologia e l’educazione.

Sostanziosa la parte del carico utile che vede coinvolta l’Italia che con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) porterà in orbita un cubesat Dido-3 contenente un laboratorio per esperimenti in microgravità a controllo remoto frutto di un accordo internazionale tra Asi, Agenzia spaziale israeliana (Isa), ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e ministero della Scienza e Tecnologia (Most).

A bordo di Dido-3 quattro esperimenti congiunti italo-israeliani nei settori della ricerca biologica e farmacologica – controllati da terra attraverso un’applicazione mobile – che vedono, per la parte italiana, il coinvolgimento dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università di Roma Tre, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Bologna.

Tra i piccoli satelliti che saranno messi in orbita anche un altro contributo italiano: Ion CubeSat Carrier (In Orbit Now), sviluppato dalla società D-Orbit, un vero e proprio satellite, di ingombro ridotto e del peso di circa 150 kg di massa complessiva, che ha la funzione di trasportatore di cubesats.