Sanità

Convegno di neurochirurgia organizzato da Humanitas Istituto Clinico Catanese

Terminano i lavori del congresso “Il trattamento neurochirurgico delle neoplasie cerebrali e spinali”, presieduto dal Professore Francesco Tomasello Senior Consultant di Neurochirurgia e Presidente Onorario della Federazione Mondiale di Neurochirurgia e dal dottore Alberto Romano Responsabile Unità Operativa di Neurochirurgia, e andato in scena il 23 e il 24 settembre. Appuntamento fondamentale, il primo in presenza dopo due anni di pandemia, per carpire lo stato dell’arte e confrontare conoscenze e competenze. Numerosi esperti, provenienti da tutta Italia, hanno discusso delle nuove tecniche applicate alla neurochirurgia. Si è approfondito il tema relativo al trattamento chirurgico delle neoplasie neurologiche. Ma anche di moderne modalità di esecuzione di interventi al cervello e al sistema nervoso per migliorare il recupero e la qualità della vita dei pazienti. Si tratta di un obiettivo principale. Nello specifico nella due giorni sono state analizzate le recenti acquisizioni scientifiche con riferimento alle tecniche chirurgiche (comprese quelle endoscopiche), alle tecnologie innovative introdotte recentemente e allo studio della connettività dei circuiti neurali (conquista fondamentale insieme al monitoraggio neurofisiologico per la preservazione del tessuto sano durante la resezione microchirurgica delle neoplasie).

“La neurochirurgia, oggi, consente nuove e migliori aspettative di salute – spiega Tomasello -. Non solo si è molto più esigenti rispetto al passato, relativamente alla ripresa post operatoria, ma si tiene conto del piano neuropsicologico che è fondamentale e non dipende solo dalla reazione del paziente all’intervento, ma dal preservarne i circuiti nervosi. Non è cosa di poco conto, e noi oggi abbiamo a disposizione nuove tecnologie che offrono la possibilità di identificare meglio il funzionamento del cervello e del midollo spinale e porteranno a progredire ulteriormente. Oggi l’offerta neurochirurgica può avvalersi di nuove tecniche e nuove tecnologie, oltre che dell’approccio multidisciplinare che resta sempre un must di Humanitas impegnato anche a formare le nuove generazioni ed i giovani medici che si approcciano sempre più numerosi a questa disciplina”.

“Dopo tanto tempo, professionisti e medici si sono incontrati di presenza e confrontati su una disciplina, la neurochirurgia, nuova per Humanitas ma che sta già dando importanti risultati – sottolinea Romano -. La nostra regione paga infatti ancora un prezzo enorme in termini di fuga verso altre regioni per il trattamento di queste patologie, cosa che oggi non è più motivata. La neurochirurgia siciliana è perfettamente in grado di affrontare questo tipo di patologie e non c’è motivo di andare altrove e Humanitas, con il suo altissimo livello tecnologico, con il suo altissimo livello organizzativo, si propone come ulteriore presidio per arginare il fenomeno migratorio”.

A tal proposito interviene anche il professore Maurizio Fornari, Responsabile di Neurochirurgia dell’ospedale Humanitas di Rozzano. “Questa struttura è una scoperta come lo è la capacità e la preparazione degli specialisti che lavorano all’interno – afferma in riferimento all’ospedale di Contrada Cubba -. Questo vuol dire che le competenze necessarie sono presenti anche al Sud e che la migrazione sanitaria non è affatto necessaria”.

Presenti medici, specialisti e figure coinvolte nel processo operatorio e post operatorio. Intervenuta anche la Anin, l’Associazione nazionale infermieri neuroscienze, presieduta da Giusy Pipitone.

“Lo scambio di conoscenze e la collaborazione con altri specialisti sono fondamentali e da soli non andiamo da nessuna parte – conclude il Prof. Paolo Cappabianca, Presidente della Società Italiana Neurochirurgia -. L’approccio curioso è quello corretto e la formazione del medico chirurgo è continua: come nel Never ending tour di Bob Dylan, la nostra sete di conoscenza non finisce mai”.