PALERMO – Si rincorrono sul web gli appelli lanciati per continuare a donare sangue. Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli prima, seguito dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dopo, hanno rinnovato l’invito agli italiani a recarsi regolarmente nei centri di donazione sangue.
In Sicilia la situazione sangue si trova ancora in equilibrio grazie ai risultati ottenuti nei primi due mesi dell’anno, ma se persisterà il trend degli ultimi quindici giorni il quadro generale è destinato a peggiorare. Salvatore Mandarà, presidente di Avis Sicilia e coordinatore delle associazioni dei donatori di sangue in Sicilia, ha spiegato al QdS la situazione attualmente presente in Sicilia.
Quanto ha inciso l’emergenza Coronavirus sulle donazioni di sangue in Sicilia?
“Negli scorsi giorni le associazioni di volontariato talassemici si sono rivolte a noi a causa delle prime difficoltà che si stanno iniziando a presentare soprattutto a Palermo. Complessivamente a livello regionale, questo ancora a noi non risulta: l’aspetto compensativo tra le province ha funzionato; inoltre, i primi due mesi dell’anno sono andati meglio rispetto allo stesso bimestre dello scorso anno, determinando la donazione di 30 mila sacche di sangue (qualche migliaio in più rispetto al 2019). Quindi, siamo dotati di una piccola scorta che ci farà resistere ancora qualche settimana al massimo. Il problema sorgerà nel momento in cui si dovesse continuare con questi scarsi ritmi di donazione: allora potremmo arrivare all’emergenza sangue”.
Quali misure sono state prese all’interno dei centri di raccolta sangue?
“Nei nostri centri trasfusionali tutte le regole e le normative vengono rispettate. Nelle sale d’attesa sono rispettate le distanze minime di sicurezza. I locali vengono sanificati ogni tre-quattro ore. Questo è il sistema con cui lavoriamo e con cui garantiamo sicurezza. Per incentivare ulteriormente le donazioni stiamo anche ricorrendo alle chiamate individuali. Nello stesso momento in cui ci mettiamo in contatto con il donatore, gli chiediamo se negli ultimi trenta giorni è stato fuori dalla Sicilia. Nel caso di risposta affermativa non lo facciamo nemmeno venire. L’Avis segue le mie indicazioni, quelle ministeriali e quelle del centro regionale sangue: quindi, grazie a queste misure abbiamo la certezza che dentro Avis non può succedere nulla. Inoltre, nel momento in cui il donatore arriva presso il centro trasfusionale, gli viene inquadrata la temperatura corporea e il medico gli chiede se negli ultimi venti giorni ha avuto anche un semplice raffreddore, in caso di risposta positiva non si procede alla donazione”.
Quale messaggio si sente di lanciare ai donatori siciliani?
“Così come è importante andare a fare la spesa, è importante andare a donare. Infatti, il ministero della Salute ha diramato una circolare in cui chiarisce che la donazione di sangue ed emocomponenti può essere inclusa tra le situazioni di necessità previste dal decreto del 9 marzo, dando via libera agli spostamenti dei donatori verso le unità di raccolta pubbliche e delle associazioni. Per questo motivo, è utile portare con sé il tesserino associativo, oltre all’autodichiarazione e la conferma della prenotazione alla donazione (se disponibile). Se da una parte, gli ospedali stanno rimandando sugli interventi chirurgici, d’altra parte ci sono delle attività improcrastinabili: si tratta delle trasfusioni di cui necessitano i talassemici, chi ha una malattia ematologica o oncoematologica. Mi rivolgo soprattutto ai donatori fidelizzati, oltre a rivolgermi a chi deve donare per la prima volta (soprattutto perché in questi casi i tempi sono un po’ più lunghi, poiché è necessario aspettare quei quindici giorni necessari a svolgere le analisi propedeutiche”.