Economia

Coronavirus, come ottenere liquidità, vademecum Sace-Abi per le imprese

PALERMO – Sono essenzialmente quattro gli step necessari per ottenere i 200 miliardi di euro stanziati dal decreto Legge numero 23/2020, che fa fronte alle esigenze di liquidità in favore delle imprese danneggiate direttamente o indirettamente dal coronavirus.

Secondo il vademecum sviluppato congiuntamente dalla società di task force Sace e dall’Abi, la procedura parte con la richiesta da parte dell’impresa alla banca di un finanziamento con garanzia dello Stato, prosegue con la verifica effettuata dal soggetto finanziatore dei criteri di eleggibilità e in caso di esito positivo si provvede con la conseguente richiesta di garanzia a Sace. Dopodiché, valutata la richiesta e, una volta riscontrato l’esito positivo, Sace emette la garanzia, controgarantita dallo Stato. Infine, il soggetto finanziatore eroga al richiedente il finanziamento richiesto.

Il processo necessario all’ottenimento della garanzia Sace prevede due modalità distinte, in funzione del fatturato dell’impresa e del numero di dipendenti. Infatti, vi è una procedura semplificata attuata nei casi di imprese con un fatturato inferiore a un miliardo e mezzo di euro e con un numero di dipendenti inferiore a cinquemila ed una procedura ordinaria riservata alle imprese con fatturato uguale o superiore al miliardo e mezzo di euro e con un numero di dipendenti uguale o superiore a cinquemila.

In quest’ultimo caso, l’emissione della garanzie Sace potrà essere effettuata solamente a seguito di un processo istruttorio interno e alla conseguente approvazione tramite decreto da parte del Mef, tenendo in considerazione il ruolo che l’impresa svolge in termini di contributo allo sviluppo tecnologico, incidenza su infrastrutture critiche e strategiche, impatto su livelli occupazionali e mercato del lavoro e peso specifico nell’ambito di una filiera produttiva strategica.

Il rilascio della garanzia può essere effettuato per prestiti per il costo del personale, prestiti per gli investimenti e prestiti per il capitale circolante. La garanzia non può essere rilasciata per prestiti con finalità di rifinanziamento di finanziamenti già ottenuti. Inoltre, per poter accedere al finanziamento, l’impresa al 31 dicembre non si doveva trovare in situazione di difficoltà economica, ma questa deve essere conseguente all’emergenza coronavirus.

Il finanziamento garantito dallo Stato non potrà essere superiore al 25% del fatturato del 2019 o al doppio della spesa salariale annuale sostenuta nel 2019. Potranno essere richiesti anche più finanziamenti dalla stessa impresa, ma il cumulo deve comunque rispettare i presenti limiti. Mentre per tutte le imprese con un numero di dipendenti inferiore a 500 l’intervento diretto del fondo centrale di garanzia con garanzia pubblica sarà pari al 100%, per prestiti fino a 25 mila euro.

La garanzia potrà essere richiesta entro la fine dell’anno in corso. La durata non potrà essere superiore a sei anni, con la possibilità per le imprese di avvalersi di un preammortamento di durata fino a ventiquattro mesi. Non saranno ammessi preammortamenti di durata rappresentata da frazione di anno, ma solo per multipli di sei mesi.