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Coronavirus, ecco come è mutato in Covid-20, 7 varianti in USA

Usignolo, pellicano, quaglia: tutte e sette le varianti scoperte negli Stati Uniti hanno il nome di un uccello e sono tutte parenti fra loro. Lo indica la ricerca che le ha portate alla luce, nata dalla collaborazione fra le università americane di Pittsurgh, della Louisiana e del Nuovo Messico e quella svizzera di Berna. E’ pubblicata sul sito MedRXiv, che accoglie gli articoli che non hanno ancora superato la revisione da parte della comunità scientifica.

Le “Varianti dal significato incerto”

“Oggi siamo in grado di vedere le varianti grazie alle sequenze genetiche del virus SasrCoV2”, ha detto all’ANSA il genetista Giuseppe Novelli, dell’Università di Roma Tor Vergata. Si tratta, ha aggiunto, delle cosiddette ‘Vus’, ossia “Variant of uncertain significance“, Varianti dal significato incerto. Vale a dire che i loro effetti non sono immediatamente noti, ma richiedono ricerche in laboratorio e a livello di popolazione: “non basta identificarle perché – ha osservato il genetista – va definita la loro prevalenza nella popolazione e vanno identificate le loro funzioni”. Per questo, ha aggiunto, è importante monitorare le varianti con il sequenziamento”.

Le modifiche del virus

Dalla ricerca americana emerge che le sette varianti sono collegate fra loro da ‘legami di parentela‘ poiché appartengono allo stesso albero genealogico. Il progenitore di tutte le varianti attualmente in circolazione è il virus originario arrivato da Wuhan, indicato con la sigla 19° e che ormai non esiste quasi più; il suo posto è stato preso dalla variante 20°, che a sua volta ha dato origine a due grandi famiglie, chiamate 20B e 20C. da quest’ultima è nata la variante 20G ed è da questa che hanno avuto origine quattro delle sette varianti scoperte negli Stati Uniti, chiamate dai ricercatori Robin 1 e Robin 2, Pelican e Yellowhammer. Dalla variante 20B sono invece nate le restanti tre varianti: Mockingbird, Bkuebird e Quail.