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Coronavirus, Fsi-Usae chiede test rapidi per chi arriva in Sicilia

Grande partecipazione al sit-in, organizzato dalla Federazione sindacati indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione sindacati autonomi europei, tenutosi in viale della Libertà, presso la Marina del Nettuno. Obiettivo: reclamare e sensibilizzare sul rischio che il recente aumento dei contagi da Covid-19 possa trasformarsi in pericolosi focolai. Ha partecipato una delegazione della Fsi-Usae Sicilia composta da segretari territoriali delle province siciliane, dirigenti sindacali e associati del sindacato e addetti del settore sanità, infermieri, tecnici, oss.

I segretari territoriali delle province della Fsi-Usae hanno replicato anche alle dichiarazioni e all’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci: “D’accordo sui controlli ai migranti, il governo centrale non può ammassarli come nei campi di concentramento o nei ghetti ma deve fornire strutture idonee. I siciliani sono stati storicamente sempre accoglienti e solidali ma questo non significa lasciare sola la Sicilia nel gestire continuamente l’arrivo dei migranti, situazione aggravata dall’emergenza Covid”.

La Sicilia si prepara ad affrontare l’autunno e la Fsi-Usae propone di farlo con uno strumento rapido per tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19, mettendo in sicurezza tutti gli ingressi nella Regione, con i test rapidi, certificati dall’Ausl della Romagna in collaborazione con l’Istituto ortopedico Rizzoli-Sant’Orsola di Bologna e l’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma. Test che hanno due vantaggi: la rapidità e il costo minore a carico del sistema sanitario.