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Coronavirus, gli architetti, servono spiagge senza barriere


Un gruppo di architetti toscani, dopo una serie di studi, ha proposto al Comune di Petrosino (Trapani) come risolvere il problema dei divisori anti-Covid sulle spiagge.

Il progetto, che nel dettaglio sarà spiegato nel corso di un tavolo tecnico programmato per il venti maggio, non propone barriere, ma solo rispetto delle distanze. Lo slogan, “Liberi ma sicuri”.

Con tre concetti chiave: flessibilità, sicurezza, ma soprattutto sostenibilità.

L’idea è quella di utilizzare materiali facilmente intercambiabili e reperibili in tutte le regioni italiane.

“Legno per la struttura centrale, pallet e corda per la delimitazione dei corridoi e canapa – spiega l’architetto Antonio Giannetti – un tessuto naturalmente antibatterico, utilizzabile per il rivestimento dei cuscini. L’intento è quello di perseguire un’idea di sostenibilità ambientale ed economica. Anche i costi saranno accessibili e da contestualizzare. Indicativamente ci aggiriamo sui cinque euro al metro quadrato in caso di una fornitura completa”.

L’obiettivo è anche quello di abbattere le barriere psicologiche.

“Molte delle proposte analizzate – aggiunge Giannetti – erano accomunate dal fatto che tendevano a rinchiudere le persone. La nostra ottica è differente. Ci siamo concentrati sul rispetto delle distanze grazie a uno schema di flussi mono-direzionali. Così proprietari e fruitori potranno tornare in spiaggia serenamente”.

Ma da professionisti moderni hanno ponderato i materiali nell’ottica del riciclo. E non hanno trascurato nemmeno la flessibilità, dividendo un ipotetico stabilimento in tre macro aree: ingresso, spiaggia e mare, suddivise a loro volta in compartimenti più piccoli e collegate da percorsi a un’unica direzione.

All’ingresso è prevista un’area dedicata ai servizi principali: pagamento, bar e soprattutto igienizzazione, sia in entrata che in uscita dallo stabilimento. In spiaggia, le file di ombrelloni sono divise da corridoi a unico senso di percorrenza, definiti da pareti di corde che delimitano ma non separano. All’interno delle file, il distanziamento viene garantito da un sistema di pallet.

Idee modulari basate sia sui materiali facilmente reperibili sia sulla garanzia di sicurezza.

“Senza barriere occludenti – conclude Giannetti – il rischio contagio si evita assicurando il rispetto delle distanze minime con l’installazione di arredi e strutture che si integrino perfettamente nel paesaggio balneare”.

Lo studio “#E-StateInSicurezza Liberi ma sicuri” è un progetto ideato, oltre che da Antonio Giannetti, da Tommaso Laezza, Andrea Favilli, Consuelo Rellini, Mirco Guasti, Lavinia Guicciardini Salini, Lucio Innocenti e Caterina Ghelli.