Ambiente

Coronavirus, inquinamento, -35% di Co2 in due soli mesi


Crollo dell’anidride carbonica nell’aria in Italia come effetto delle restrizioni dovute all’emergenza coronavirus.

In soli due mesi le emissioni hanno raggiunto un -35%, realtà molto vicina a quello che dovrebbe essere il taglio da raggiungere in un decennio per centrare gli obiettivi di Parigi.

Lo rivelano i dati contenuti nel dossier “Effetti del lockdown sulle emissioni di Co2 in Italia, prima analisi congiunturale” di Italy for Climate, alleanza per il clima fra le imprese italiane della green economy per supportare la transizione verso un’economia carbon neutral che ha tra i primi sostenitori aziende come Erg, Conou, Ing, e2i, Illy, Davines, che è stata lanciata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Ma, avverte il dossier, senza misure straordinarie per una ripresa green, sarà boom di emissioni nel 2021.

A fine pandemia si rischia crescita senza precedenti

Solo in questi mesi di marzo e aprile, si rileva nel dossier realizzato dall’alleanza Italy for Climate, sono previste oltre 20 milioni di tonnellate di CO2 in meno rispetto all’anno precedente. Un calo che, si ribadisce, “non è però strutturale, e a fine pandemia c’è il rischio che si inneschi una crescita senza precedenti, che allontanerà l’Italia sempre più dai target dell’accordo di Parigi”.

“Per riuscire a essere in linea con Parigi – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – si dovranno mettere in campo politiche e misure tali da garantire livelli di emissione di Co2 paragonabili a quelli di queste ultime settimane. Uno sforzo titanico, necessario per evitare un’altra grande crisi, quella climatica, anche perché la storia insegna che dopo una crisi economica e un calo delle emissioni queste potrebbero tornare a crescere anche più di prima”.

Dai trasporti tre quarti del calo della Co2 in marzo

La contrazione nel settore dei trasporti è responsabile di oltre tre quarti della riduzione di Co2 del mese di marzo, periodo per il quale sono disponibili già i dati finali, seguito da quello dei consumi elettrici e di gas naturale.

In particolare dal focus sui trasporti contenuto nel rapporto, per il mese di marzo emerge che la riduzione delle emissioni di Co2 dei prodotti petroliferi a uso energetico è totalmente da imputare alla contrazione del settore trasporti.
Le emissioni di Co2 connesse alla mobilità si sono ridotte di quasi quattro milioni e mezzo di tonnellate di Co2.

Il crollo dei consumi di gasolio è responsabile del 60% di questa riduzione, seguito dalla benzina (22%), dal carboturbo (15%) e dal GPL (5%).