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Coronavirus, mascherine chirurgiche efficaci nel fermarlo

ROMA – Le mascherine chirurgiche possono effettivamente impedire la trasmissione dei coronavirus e virus influenzali, che viaggiano attraverso le goccioline di respiro, di tosse e starnuti di persone con sintomi.

La conferma arriva dallo studio pubblicato sulla rivista Nature dei ricercatori dell’università di Hong Kong, guidati da Nancy Leung e Benjamin Cowling. Nel loro lavoro hanno analizzato 246 malati contagiati da coronavirus umani (come quelli che causano Sars, Mers e alcuni con la stessa grandezza del Covid-19) con e senza mascherina indosso. In questo modo i ricercatori hanno rilevato le particelle dell’Rna del coronavirus sia nel 30% dei campioni delle goccioline più grosse (o droplet) di tosse e starnuti che nel 40% di quelle più fini del respiro dei volontari che non indossavano le mascherine. Non sono state trovate invece tracce del virus in chi indossava la mascherina. Lo stesso si è visto anche per il virus influenzale.

“Questo studio dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che le mascherine chirurgiche danno un buon contributo nel frenare i coronavirus e i virus influenzali. Danno un risultato eccellente se indossate correttamente”, sottolinea Carlo Federico Perno, virologo dell’università Statale di Milano.

Quanto alla presenza di particelle dell’Rna del coronavirus anche nel respiro, Perno spiega che “l’emissione di goccioline è qualitativamente identica sia se si tossisce o starnutisce, che se si parla o respira – conclude -. Ciò che cambia è la quantità di queste particelle, che è maggiore con tosse e starnuti e minore nel respiro”.

“Quello della mascherine – ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) – è un argomento in cui non esistono evidenze fortissime, sappiamo perfettamente che sono utili per prevenire il contagio da parte di un soggetto che alberga Covid-19 considerando anche l’esistenza di una quota di asintomatici infettanti. In questo possono essere di utilità, ma la misura fondamentale rimane quella del rispetto del distanziamento sociale. Poi tutte le riflessioni su un uso più allargato sono attualmente oggetto di valutazione nell’ambito del comitato tecnico scientifico”.