Impresa

Coronavirus, i possibili scenari post emergenza

CATANIA – Resto al Sud è una misura agevolativa di Invitalia per frenare la fuga dei giovani imprenditori del Meridione e sostenerli nella loro nuova attività. Ma dopo l’emergenza Coronavirus non è detto che i parametri rimarranno gli stessi e che, più in generale, l’economia consentirà la produttività di simili investimenti.

Finanziamenti con fondi Ue, di cui alcuni a fondo perduto, è quanto Resto al Sud mette a disposizione dal 2017 a coloro che volessero investire nel Meridione, con un europrogetto valido per la loro idea d’impresa. Il tutto senza rinunciare ad altri possibili finanziamenti fruibili.

“Una misura che sta funzionando”, ha dichiarato Rosario Faraci, insegnante di Principi di mangement all’università di Catania dove è professore ordinario di Economia e Gestione delle imprese. Faraci è anche il presidente del corso di laurea in Economia aziendale e delegato del rettore all’Incubatore di Ateneo, Start up e Spin off, nonché responsabile dello sportello Resto al Sud dell’università di Catania, ente accreditato da Invitalia.

Coronavirus, possibili tagli a Resto al Sud

Ma l’emergenza sanitaria potrebbe modificare significativamente parametri e possibilità dell’iniziativa. “Il Governo sta studiando diversi provvedimenti per sostenere l’economia del Paese e le imprese a seguito dell’emergenza Covid-19. Il modo in cui finanzierà tali provvedimenti non è ancora stato chiarito. Se tali misure d’emergenza graveranno ancora sul debito pubblico del Paese, qualcosa cambierà a cascata anche per tutte le misure finora previste a sostegno della nuova imprenditorialità”, ha chiosato il professore.

L’altro grave possibile rischio è che il Meridione possa essere messo – ulteriormente – in ginocchio, vedendo sempre più aumentare il proprio dislivello con il Nord: “Il Sud, fortemente penalizzato nell’allocazione delle risorse da parte del Governo centrale, è stato sempre mercato di sbocco per le grandi aziende del Nord e per le loro strategie commerciali di penetrazione del Paese. Adesso che anche il Nord Italia è in crisi, si ridisegneranno nuovi scenari. Ci sarà sicuramente un drenaggio di risorse pubbliche per finanziare la ripresa delle attività economiche del Nord, speriamo non ci siano ulteriori scippi a danno del Mezzogiorno. Non è detto però che, dopo questa emergenza Coronavirus, il Sud sia destinato a rimanere la Cenerentola dell’Europa”, ha continuato.

I settori produttivi durante e dopo l’emergenza sanitaria

Intanto, la diffusione del virus ha comportato capillari misure di sicurezza drastiche. E anche la chiusura di tutte le attività private che, quando riapriranno, avranno serie difficoltà di sopravvivenza. Senza considerare le ristrettezze economiche che gli imprenditori con aziende in fase di avvio stanno attraversando in queste settimane, senza alcuna certezza sulle opportunità di sostentamento.

A rimanere aperte, invece, tutte le attività dei settori essenziali, come alimentari e farmacie, per le quali paradossalmente si sta presentando un’occasione d’oro. “Quando si è in emergenza, si sviluppano quei settori dell’economia che si ricollegano direttamente alla salute e alle esigenze primarie delle persone, specie se la ‘domanda di mercato’ è sostenuta dalle richieste dal soggetto pubblico. Non v’è dubbio, però, che l’emergenza Covid-19 contribuirà a ridisegnare l’intera fisionomia dell’Italia imprenditoriale. Le imprese sono già al collasso. Di necessità alcune sapranno far virtù. Penso a quelle grandi aziende che si convertiranno rapidamente a nuove produzioni. Altre aziende più piccole troveranno nuove opportunità, come lo smart working per molte attività professionali o le consegne a domicilio per tanti piccoli commercianti”, ha concluso Rosario Faraci.

Domani torneremo sull’argomento per informarvi sulle novità di Resto al Sud 2020 e su come si possa accedere al credito. Ammesso che “si sia davvero interessati a fare impresa”…