Istruzione

Coronavirus, Scuola, in settembre doppi turni e teledidattica?

E’ un’autentica rivoluzione quella che si prospetta per il mondo della scuola al rientro tra i banchi, verosimilmente in settembre, ai tempi dell’emergenza coronavirus.

Una delle ipotesi è quella di stare in classe una volta al mese, proseguendo nel tempo restante le lezioni a distanza.

Ma si parla anche di ripristinare i doppi turni per eliminare le cosiddette “classi pollaio”, prevedere un numero maggiore di turni a mensa (per le scuole che ce l’hanno, visto che al Sud, grazie al Federalismo fiscale voluto dalla Lega Nord sono davvero poche) per evitare affollamenti nei refettori degli edifici scolastici.

Su tutto questo si sta ragionando in vista del nuovo anno scolastico, con la segreta speranza che qualche novità medico-scientifica elimini definitivamente lo spettro dei contagi.

Proprio in questa direzione è stato firmato nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali e il ministro Fabiana Dadone un protocollo che riguarda tutto il pubblico impiego dove si parla, tra l’altro, della “necessità di contingentare l’accesso agli spazi comuni, mense, aree di attesa, con la previsione di una ventilazione o aerazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all’interno di questi spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza”.

“La chiusura ‘prematura’ di questo anno scolastico è sempre più vicina – ha detto Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola – e dobbiamo affrontare l’apertura del prossimo, condividendo con la ministro Lucia Azzolina un percorso. Il protocollo sulla sicurezza sottoscritto con la ministra Dadone, ora deve essere tradotto in misure specifiche per organizzare la scuola da settembre”.

La sindacalista ha ricordato come le scuole in Italia non sempre siano – e specialmente nel Meridione, aggiungiamo – strutturalmente adeguate: “la ministro Azzolina si dovrebbe preoccupare di avere, oltre a un piano B e C , anche un piano di riserva concordato con la Protezione civile e i ministeri, partendo dal potenziamento degli organici: invece sono stati preannunciati dei tagli”.

Preoccupati per la ripresa a settembre anche gli assessori regionali alla scuola che, coordinati dall’assessore della Toscana Cristina Grieco, proprio oggi hanno incontrato – a distanza – la titolare dell’Istruzione.

“Servono – ha spiegato Grieco – investimenti strategici per l’edilizia scolastica: non si può pensare a settembre di tornare ad avere 27-30 ragazzi in aula. L’anno prossimo non sarà ordinario, non è l’anno giusto per fare diminuzioni di organico: questo vorrebbe dire fare classi più numerose”.

Secondo indiscrezioni, infatti, a fronte di una diminuzione di circa settantamila studenti il prossimo anno, per la scuola sarebbero previsti complessivamente circa ottomila docenti in meno tra organico di diritto e di fatto.

Francesco Sinopoli, leader della Flc Cgil, ha annunciato che i sindacati stanno scrivendo alla ministro Azzolina per chiedere un intervento specifico sulla sicurezza in vista del rientro nelle aule a settembre.

“Si sta assecondando l’idea – ha detto – che la didattica a distanza possa essere sostitutiva della scuola, ma non è assolutamente così. Sono molto preoccupato: c’è una sottovalutazione di questo tema mentre serve un investimento straordinario in termini di misure che permettano la ripartenza della scuola a settembre”.

“Per il prossimo anno scolastico serve una strategia governativa – ha aggiunto Pino Turi della Uil Scuola – e serve un protocollo per la tutela della salute specifico per le necessità organizzative della scuola e dell’Università”.

Lucia Azzolina assicura che il tema del maggiore distanziamento è all’attenzione del Ministero.

“E’ uno dei tanti scenari a cui stiamo lavorando – ha rassicurato – e penso alle classi pollaio, in cui è difficile tenere la distanza di un metro. Con i viceministri e tutto lo staff lavoriamo a tutti gli scenari possibili”.