Istruzione

Coronavirus, Scuola, si lavora per il rientro in aula il sette gennaio

Se la ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina continua a ripetere che “gli studenti delle scuole superiori hanno il diritto di tornare in classe” e Italia Viva con il capogruppo Gabriele Toccafondi sostiene che “dopo altri cento giorni di chiusura, il sette gennaio le scuole vanno riaperte”, non tutti sono convinti che la scuola possa e debba riaprire dopo le vacanze di Natale.

Anzi, stando ad alcune ipotesi, le lezioni potrebbero addirittura finire il 19 dicembre invece del 22, come prevede il calendario di gran parte delle regioni italiane.

Ma ieri sera il premier Giuseppe Conte ha fissato un paletto chiaro: il governo sta facendo di tutto per riaprire la scuola subito dopo l’Epifania.

“C’è un grande lavoro – ha detto – per tornare il sette gennaio con la didattica in presenza. Abbiamo organizzato dei tavoli con i prefetti per cercare di incrociare, rispetto alle realtà locali, i dati dei trasporti e degli orari di entrata e uscita per evitare degli orari di punta. Non possiamo individuare nel settore dei trasporti il focolaio dei contagi, non è stato cosi. E così anche per la scuola”.

Regioni e Governo torneranno a parlarne oggi, quando è prevista una seduta della Conferenza delle Regioni e poi la Stato Regioni e l’Unificata.

I nodi sono sempre gli stessi: da un lato i trasporti, dall’altro tamponi e test rapidi. Alcuni dei tavoli coordinati dai prefetti sul trasporto locale stanno portando risultati, altri, soprattutto nelle grandi città, incontrano maggiori difficoltà.

Il ministero dell’Istruzione, dal canto suo, ha chiesto una corsia preferenziale per i tamponi nelle scuole mentre la responsabile scuola del Pd Camilla Sgambato auspica mezzi pubblici dedicati solo per gli alunni.

Fnm e Asstra chiedono di individuare “orari precisi e scaglionati” di ingresso dei ragazzi.

Intanto la Cisl scuola dichiara che con il problema irrisolto dei trasporti, è impossibile riportare il settantacinque per cento dei ragazzi in aula il sette gennaio.

Ma se non si riuscisse a riaprire, “saremmo di fronte all’ennesimo fallimento del sistema Paese sulla scuola; non è stato fatto nulla in questi mesi: le prime responsabilità sono delle Regioni”, ha attaccato il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli. Sulle stesse posizioni anche Pino Turi della Uil scuola.

I governatori della Lega battono cassa, sottolineando che “la riapertura del sette gennaio sarà impossibile senza investimenti mirati su traporto pubblico ed edifici” mentre Paola Salomoni, assessore regionale alla Scuola in Emilia Romagna chiarisce che “vogliamo che la scuola riapra il 7 gennaio con lezioni in presenza, nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza e stiamo lavorando per questo”.

Gli studenti intanto chiedono di tornare in classe.

“Vogliamo ricominciare a vivere le nostre scuole. Senza una mobilità pubblica efficiente e sicura è impossibile rientrare in sicurezza”, ha dichiarato la Rete degli studenti, che per oggi ha organizzato a Roma una mobilitazione che culminerà con un flash mob a Termini.

“Tanti studenti stanno facendo proteste gentili, stanno chiedendo al mondo degli adulti di occuparsi di più di loro. Come dice Liliana Segre, i giovani sanno essere forti, fortissimi. Gli studenti sono simbolo di resilienza”, è il pensiero della ministra Azzolina.