Sanità

Coronavirus, sui vaccini Italia molto lontana dagli obiettivi Ue

La percentuale nazionale delle dosi di vaccino anti Covid-19 somministrate dalle Regioni rispetto a quelle assegnate è pari al 93%. Una cifra molto alta, spiega la nuova edizione del dell’Instant Report Covid-19 dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, ma il ritmo delle vaccinazioni è insufficiente a garantire gli obiettivi europei.

“Nonostante la percentuale nazionale delle dosi somministrate dalle regioni rispetto a quelle assegnate sia pari al 93% – afferma Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola – che è un indicatore di grande efficienza dal punto di vista organizzativo, è tuttavia indispensabile rafforzare il sistema in vista della vaccinazione di massa. Ad oggi sono state vaccinate il 24,54% dell’obiettivo di 5,1 milioni da raggiungere al 31 marzo 2021 – continua Cicchetti – pari a 1.256.500 persone vaccinate. Tuttavia, ipotizzando questo andamento lineare si stima che non si raggiungerà nei tempi stabiliti (31 marzo) l’obiettivo fissato dall’Ue”.

Il Veneto è la Regione che ha fatto meglio

All’8 febbraio nove regioni hanno emanato bandi a tale scopo, non vi è stato nessun cambiamento dalla scorsa settimana. La Lombardia è la regione che ha emanato più bandi, seguita dal Lazio, dall’Emilia-Romagna, dal Piemonte e dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Nel documento è stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali.

Il valore più alto dell’indicatore si registra in Veneto, dove ciascun punto di somministrazione ha effettuato circa 32.376 vaccini. Valori alti dell’indicatore si riscontrano anche in Emilia-Romagna (20.520), Toscana (13.307), Friuli-Venezia Giulia (13.939) e Puglia (13.116). Al contrario l’indicatore rivela un basso rapporto tra vaccini inoculati e punti di somministrazione in Basilicata (4.442) e in Valle D’Aosta (4.124).