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Coronavirus, tra i più penalizzati i pazienti con disagi psichici

PALERMO – Dopo la costituzione dell’associazione “Si può fare”, la parente di un paziente con disagio psichico, ha fatto uno sciopero della fame contro “le esagerate regole anticovid per i ricoverati nelle Cta”, le Comunità terapeutiche assistite. Una delegazione di “Si può fare” è stata ricevuta all’assessorato regionale alla Salute.

“Ma – spiega l’associazione in una nota – non c’è stata alcuna risposta. Dopo il lungo digiuno (più di 10 giorni) di Grazia Adorni, ieri l’associazione ha inviato un documento all’assessorato, in accordo con la Consulta dipartimentale della salute mentale di Catania. Nel testo si sottolinea che “da anni l’assistenza psichiatrica in Sicilia dà risposte sempre più solo di tipo medico e infermieristico e privilegia i ricoveri nelle strutture residenziali, piuttosto che potenziare i servizi territoriali agli utenti Pti (Progetti terapeutici individualizzati)”.

“Abbiamo salutato con soddisfazione – spiega l’associazione – l’approvazione da parte dell’Ars della norma definita all’art. 24 della legge regionale 17 del 16 ottobre 2019 che dispone che ‘ogni Asp è tenuta a destinare almeno lo 0,2% delle somme poste in entrata nel proprio bilancio annuale al finanziamento di Pti’ Il Covid 19 ha fermato il progetto per ovvi motivi, ma ha anche determinato un abbassamento dell’assistenza psichiatrica in generale perché i Centri di salute mentale, i Centri diurni e le Cta hanno fortemente limitato le loro attività. Se questo era comprensibile per la fase 1, non capiamo perché questa situazione si è protratta anche nella fase 2 e 3”.

L’associazione chiede, tra l’altro, che l’assessorato regionale “intervenga con linee guida chiare per permettere che le persone ricoverate presso le Cta possano riprendere a svolgere il proprio Progetto terapeutico riabilitativo personalizzato, posto che gli utenti dovranno esibire l’esito negativo di un tampone, eseguito non oltre 48 ore prima del rientro”.

Il documento chiede anche di “attivare la Consulta delle associazioni dei familiari e degli utenti prevista dal decreto assessoriale dello scorso ottobre e l’emanazione delle linee guida per la formulazione e l’implementazione dei progetti terapeutici individualizzati.